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Usa, Paula Cooper, icona della lotta alla pena di morte, si è suicidata a Indianapolis
INDIANAPOLIS, 27 MAGGIO 2015 - Paula Cooper, divenuta negli anni '80 icona mondiale della lotta alla pena di morte, è stata trovata cadavere ieri mattina. La polizia sospetta si tratti di suicidio. [MORE]
CHI ERA PAULA COOPER
Un nome, quello di Paula Cooper, divenuto notorio sul finire degli anni '80 quando una sentenza la condannò alla sedia elettrica. Era il 1986 e Paula aveva solo 16 anni. Una storia che coinvolse l'opinione pubblica mondiale suscitando sgomento e indignazione per l'associazione di una pena tanto gravosa, irrimediabile, come la pena capitale alla vita di una giovanissima donna. La vicenda che condusse la Cooper agli arresti aveva contorni sanguigni: Paula, quindicenne, e altre 3 ragazze si presentarono alla porta di Ruth Pelke, 78 anni, insegnante di catechismo. Il marito poco dopo trovò il corpo dell'anziana donna massacrato da 33 coltellate. L'auto e 10 dollari risultavano rubati. Al giudice la Cooper confessò che l'aggressione era stata organizzata per procurare del denaro che le ragazze avrebbero usato per fare acquisti. Il giudizio giunse dall'autorità senza esitazioni.
LA SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE
Paula fu trasferita nel braccio della morte, destinata alla sedia elettrica. Da tutto il mondo giunsero appelli, petizioni, in Italia vennero organizzate svariate mobilitazioni e una campagna "Non uccidere" promossa dai Radicali. Milioni di firme vennero raccolte e persino il Papa, Giovanni Paolo II, chiese la grazia al governatore dell'Indiana, stato in cui era ammessa la pena capitale per i giovani di età superiore ai 10 anni. Nel 1989, una sentenza della Corte Suprema ha abolito la pena di morte per gli infrasedicenni, la pena di Paula venne dunque commutata a 60 anni di prigione. Dopo 27 anni, nel 2013, è uscita dal carcere di Rockville per buona condotta, ma martedì mattina, ieri, è stata trovata cadavere fuori da un residence nella zona nord occidentale della città. Dalle prime indiscrezioni, pare che la ferita causante il decesso sia un foro alla tempia, prodotto da un colpo di pistola, secondo la polizia, autoinferto. Si tratterebbe dunque di un suicidio, ma si attendono l'autopsia, prevista per oggi, e le indagini per fornire ulteriori conferme. Indystar ha riportato le parole del procuratore di Indianapolis, Jack Crawford, che avrebbe dichiarato "è una fine inconsueta per un caso tragico... Ho seguito molti casi nella mia vita, ma nessuno e' come questo".
GLI ANNI DELLA "REDENZIONE": L'AMICIZIA CON BILL PELKE
Una vita dolorosamente segnata, quella di Paula, che in carcere era riuscita a porre le basi per una nuova, diversa esistenza. Aveva imparato a cucinare, conseguito il diploma di infermiera e conosciuto a fondo Bill Pelke, nipote della vittima, suo primo sostenitore con cui si erano incontrati ben 14 volte. Negli ultimi messaggi pare che Paula fosse spaventata, temeva di non poter affrontare il quotidiano al di là della prigione, temeva di non essere pronta. Bill Pelke, sconvolto dall'accaduto ha confidato "volevamo fare delle cose insieme sulla giustizia e sulla pena di morte" e Kevin Relphorde, suo legale, ha commentato "era una brava persona, non e' stata capita. Era stata abusata dal padre e credo che questo l'abbia spinta a fare cio' che ha fatto con Mrs Pelke".
Fonte foto: spiegel.de
Ilary Tiralongo