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Usa: la sua omosessualità non è accettata nel partito. Si dimette il portavoce di Romney

WASHINGTON, 2 MAGGIO 2012 - Richard Grenell, portavoce del candidato repubblicano alle presidenziali degli Stati Uniti, Mitt Romney, si è dimesso dal suo incarico a causa dell'ostilità del suo partito verso la sua omosessualità. Grenell, dichiaratamente omosessuale, aveva assunto l'incarico di portavoce in materia di politica estera solo due settimane fa, ma nella giornata di ieri ha presentato le sue dimissioni «vista l'ostilità dell'establishment del partito nei miei confronti».

In una dichiarazione rilasciata al Washington Post, Grenell ha ringraziato Romney per l'opportunità, affermando che la sua omosessualità non era mai stata un problema per il candidato repubblicano e per il suo staff. Tuttavia, negli ultimi giorni, Grenell aveva ricevuto diversi attacchi dalla frangia più conservatrice dei repubblicani. Tony Perkins, presidente del Family Research Council, aveva dichiarato pochi giorni fa che «è preoccupante vedere che nella potenziale amministrazione Romney è stata scelta una persona che continuerebbe nelle politiche di Obama», mentre Bryan Fischer dell’American Family Association aveva attaccato Romney tramite Twitter, opponendosi alla sua scelta di avere un portavoce apertamente gay. «Romney sceglie un gay dichiarato e rivendicativo come portavoce. Se il personale è politico, il suo messaggio alla comunità pro-famiglia è: crepa».[MORE]

Per Romney, che si è detto dispiaciuto della decisione del suo portavoce, si tratta di una questione piuttosto imbarazzante. Lo staff di Obama, infatti, ha immediatamente sottolineato l'accaduto attaccando gli avversari repubblicani sulla questione dei diritti degli omosessuali. «Oggi abbiamo imparato – ha scritto su Twitter Teddy Goff, collaboratore di Obama per la campagna presidenziale – che nel 2012 un candidato repubblicano alla presidenza non può avere un portavoce gay». Gli fa eco Bill Burton, ex portavoce della Casa Bianca e «questi – ha affermato Burton - sono gli estremisti bigotti e anti gay di cui una amministrazione Romney diventerebbe ostaggio».

Serena Casu

(foto da www.salon.com)