Estero
Usa-Iran, è di nuovo tensione: Rohani minaccia di riattivare il programma nucleare
TEHERAN, 15 AGOSTO - “Riprenderemo il programma nucleare nel giro di pochi giorni o alcune ore se gli Stati Uniti continueranno con le sanzioni o con la coercizione”. È il presidente iraniano Rohani a pronunciare queste parole, rispolverando la storica rivalità che lega il suo Paese agli Usa. Per Trump si tratta di un altro ostacolo sul fronte della politica estera, che si aggiunge alle tensioni con la Corea del Nord. [MORE]
Secondo Teheran il presidente Trump ha mostrato di "non essere un buon partner” quando ha minacciato di stracciare l’accordo sul nucleare siglato nel 2015 sotto la presidenza Obama. Rohani ha evidenziato anche che “nei mesi scorsi il mondo è stato testimone del fatto che gli Usa, in aggiunta ad un costante e ripetitivo tradimento delle loro promesse sull’accordo nucleare, hanno ignorato alcuni accordi globali”.
Quello lanciato da Rohani a Trump è un avvertimento. Ed è un avvertimento serio: "L'esperienza fallita delle sanzioni e della coercizione ha portato la precedente amministrazione al tavolo negoziale" - ha detto riferendosi ad Obama. “Se vogliono tornare a quella esperienza, in poco tempo, non mesi o settimane ma entro giorni o ore, torneremo alla precedente situazione”.
Le dichiarazioni di Rohani riaccendono dunque la diatriba tra Stati Uniti e Iran. Il processo che ha portato nel 2015 all’accordo sul nucleare è stato lungo tredici anni. Nel 2002 il Consiglio Nazionale della Resistenza (un gruppo iraniano di opposizione) parla per la prima volta dell'impianto nucleare di Arak e di un sito per la produzione di combustibile nucleare in costruzione a Natanz. L'anno dopo l'allora presidente Khatami ammette l'esistenza di Natanz. Il suo successore, Ahmadinejad, fa dello sviluppo dell'atomica il cardine del suo programma politico.
Il rapporto con Usa, Aiea e Comunità internazionale arriva ad una svolta con la presidenza Rohani, iniziata nel 2015. Sarà sua, dal lato di Teheran, la regia per arrivare all'accordo storico del 14 luglio 2015, firmato da Usa, Cina, Russia, Gran Bretagna, Germania, Francia e Iran: sospensione delle sanzioni contro l'Iran in cambio di limiti e controlli internazionali sul programma nucleare iraniano. La fine delle sanzioni è legata al progressivo stop iraniano allo sviluppo del nucleare.
Claudio Canzone
Fonte foto: ilfattoquotidiano.it