Estero

USA escono dal trattato internazionale anti armi nucleari

WASHINGTON DC, 1 FEBBRAIO – Gli Stati Uniti potrebbero aver archiviato con un colpo di spugna – almeno temporaneamente – il Trattato INF, il patto internazionale che pose fine alla Guerra Fredda scongiurando il rischio di uno scontro nucleare fra USA e Russia. Infatti, il presidente Donald Trump, tramite l’intervento del Segretario di Stato Mike Pompeo, ha deciso di recedere dal cosiddetto “Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty” (finalizzato appunto al controllo degli armamenti nucleari), annunciando che le sue disposizioni cesseranno di avere effetto nei confronti del Paese americano. Tale accordo risaliva all’8 dicembre 1987, quando Ronald Reagan e Michail Gorbačëv posero fine alla vicenda degli “euromissili” siglando un’apposita intesa bilaterale a seguito delle trattative del precedente vertice di Reykjavík.

Pompeo imputa la decisione statunitense all’atteggiamento della controparte russa, autrice a suo parere di continue violazioni del Trattato, che “metterebbero a rischio milioni di persone, americane ed europee”. Sulla base di tali violazioni, considerate “senza rimorso”, l’amministrazione Trump ha dunque reputato doveroso ed appropriato rispondere rompendo ufficialmente il patto, affermando di aver concesso già in passato diverse opportunità alla Russia per conformarsi alle disposizioni violate. “Gli Stati Uniti sono rimasti pienamente rispettosi del Trattato INF per più di 30 anni, ma ora non resteranno più vincolati dai suoi termini mentre la Russia continua a travisare le sue azioni. Non possiamo essere l’unico Paese al mondo unilateralmente vincolato da questo trattato o da qualsiasi altro” – ha chiarito lo stesso Trump. Per la verità, la diplomazia statunitense sembra orientata a tenere aperta un’altra possibilità, attendendo una eventuale risposta russa nel giro di 180 giorni: qualora, infatti, nell’ambito dei prossimi sei mesi, Mosca mostrasse segnali di buona volontà e cercasse di rientrare nei ranghi del Trattato, gli USA potrebbero a loro volta convincersi a tornare sui loro passi.

Il problema è che dal Cremlino continuano nel contempo a sostenere di non aver mai commesso alcuna violazione del Trattato e che tutte le accuse di Trump siano dunque da rispedire al mittente. A causa di tali reticenze, anche la NATO ha deciso di schierarsi al fianco del presidente americano, sostenendo che Mosca sarebbe venuta meno ai divieti internazionali sviluppando e mettendo in funzione un nuovo sistema missilistico (denominato 9M729). Ciò implica un rischio concreto di nuove tensioni sul nucleare, anche perché i vincoli del Trattato hanno sinora rappresentato un baluardo almeno formale per i territori dell’Europa centrale. Gli scenari futuri appaiono pertanto molto incerti, dal momento che la Russia potrebbe utilizzare la mossa degli USA come un pretesto per tornare a puntare sul settore atomico e riprendere la produzione di testate finora proibite.


Francesco Gagliardi


Fonte immagine: metro.us