Economia
USA: Detroit dichiara bancarotta
MILANO, 19 LUGLIO 2013 - «Lasciate che sia chiaro, Detroit è fallita. E' stata una decisione difficile, dolorosa, ma non credo ci fossero altre soluzioni possibili», questo è il drammatico annuncio fatto ieri pomeriggio dal governatore dello stato, il repubblicano Rick Snyder. Dichiarazione che lascia tutti basiti: mai nella storia americana si era assistito al fallimento di una città di queste dimensioni andasse in bancarotta. Tutto ciò, spaventa e non poco.
Per questo, al fine di rassicurare - non soltanto i cittadini della capitale dell'auto americana - il commissario speciale Kevyn Orr ha dichiarato: «Vorrei per prima cosa riconfermare ai cittadini di che i servizi della città saranno garantiti, i salari saranno pagati. Era da tempo che temevano di doverci rassegnare a questa soluzione difficile». [MORE]
In particolare, con il fallimento di Detroit, 18 miliardi di dollari in obbligazioni municipali non saranno più ripagate. A causa di ciò, migliaia di dipendenti pubblici rischiano il posto di lavoro. Inoltre, è probabile che si proceda anche ad un taglio delle pensioni municipali. Si prospetta, quindi,un periodo “sangue e lacrime”. Così, quando il commissario Kevyn Orr riceverà il via libera ufficiale, potrà procedere alla cessione degli asset per trovare un po’ di ossigeno. Adesso, il timore è che – avendo superato il confine del fallimento - molte altre città in bilico, possano avere la stessa sorte: «Come se avesse ceduto una diga», ha affermato un’analista alla Cnn.
Tuttavia, come accennato, la situazione non coglie del tutto impreparati – soprattutto i mercati finanziari – dato che la situazione si era fatta critica da almeno due anni. Così, per ora Wall Street sembra aver retto bene il colpo. Sta di fatto che stiamo parlando di una città – sorta nel 1701 – a pieno titolo si è guadagnata la definizione di Motor City. Da qui partirono i primi modelli T di Henry Ford, all’inizio del secolo scorso, per poi diventare la sede delle tre grandi case automobilistiche americane Gm, Ford e Chrysler. E, riguardo a quest’ultima, occorrerà capire anche se e quanto il fallimento di Detroit si ripercuoterà sul Lingotto, sulla Fiat e quindi sull’Italia.
(fonte: La Repubblica, Il Sole 24 Ore)
Rosy Merola