Uova contaminate con fipronil: due campioni positivi in Italia
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ROMA, 21 AGOSTO – Lo scandalo delle uova contaminate con il fipronil, insetticida il cui uso è vietato negli animali destinati alla catena alimentare e ritenuto «moderatamente tossico» per l’uomo, sbarca in Italia. A renderlo noto è il Ministero della Salute: «Sono state rilevate due positività», anuncia, precisando che è stata fatta «conseguente segnalazione alle Regioni e Asl competenti per ulteriori accertamenti sulla fonte di contaminazione e l’adozione di eventuali provvedimenti restrittivi». Due dei campioni analizzati finora sono risultati positivi, sui 114 esaminati dagli Istituti zooprofilattici per verificare eventuali contaminazioni su uova, prodotti derivati e alimenti che li contengono.[MORE]
«Chiediamo di sapere i livelli di contaminazione e l’origine delle uova - afferma Agostino Macrì, responsabile dell’Area sicurezza alimentare dell’Unione Nazionale Consumatori -. Il pericolo per i consumatori è molto modesto e dipende dai livelli presenti. Ecco perché è importante che siano rese pubbliche le quantità di residui di fipronil presenti».
I nomi delle aziende. La Coldiretti, che non si limita a reclamare la diffusione dei dati sulla pericolosità dei prodotti e sulla loro origine, si spinge a chiedere i nomi delle aziende, da inserire in un elenco dei prodotti coinvolti. Chiede inoltre di eliminare il segreto sulla destinazione finale di tutti gli alimenti importati, rendendo noti i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero.
È quanto chiede il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo dal Meeting di Rimini, commentando l’annuncio del Ministero della Salute. «Di fronte alle emergenze sanitarie provenienti dall’estero che si ripetono nell’alimentare, occorre intervenire subito con la trasparenza dell’informazione per evitare allarmismi che danneggiano imprese e consumatori» precisa Moncalvo. La Coldiretti sottolinea che lo «scandalo delle uova contaminate con l’insetticida e commercializzate in Europa riguarda esclusivamente quelle importate dall’estero» e ricorda che le uova italiane possono essere riconosciute poiché è presente l’indicazione di origine su ogni guscio, «anche se - secondo Coldiretti - è necessario migliorarne la visibilità scrivendo chiaramente per esteso, anche sulle confezioni e sui cartoni, da dove arrivano».
Come riconoscere le uova. Sul guscio delle uova di gallina c’è un codice che con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica il Paese d’origine (es. IT), seguono le indicazioni relative al codice Istat del Comune, alla sigla della Provincia e, infine il codice distintivo dell’allevatore.
Maria Azzarello
fonte immagine: TPI