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GENOVA, 31 OTTOBRE – Ha confessato il delitto Claudio Borgarelli, l'infermiere già accusato di avere ucciso lo zio Albano Crocco, trovato decapitato lo scorso 11 ottobre nei boschi di Lumarzo, Genova.
Il movente sarebbe da ricondurre a rancori legati all'area intorno alla casa e al passaggio su una stradina. Al gip Paola Faggioni Borgarelli ha infatti raccontato in lacrime: «Abbiamo discusso per il sentiero. Lui mi ha insultato e sputato addosso e io non ho capito più nulla». [MORE]
«Quella mattina - ha proseguito- ho aperto la porta e ho visto la macchina e i paletti divelti. Ho seguito mio zio e mi sono portato dietro la pistola perché temevo che fosse armato anche lui. Abbiamo discusso. Io gli ho sparato due colpi e poi l'ho decapitato. Sono tornato a casa, ho messo la testa nel sacco e poi l'ho buttata».
«Non lo so perché ho tagliato la testa a mio zio - ha aggiunto l’omicida nel corso dell’interrogatorio durato circa un’ora - Non me lo so spiegare».
Dalla ricostruzione dei fatti è poi emerso che Borgarelli, per trascinare il corpo dello zio - dopo averlo ucciso e decapitato - nel dirupo dove è stato ritrovato ha usato una corda. Successivamente l’omicida ha messo la testa in un sacco ed è tornato a casa dove si è cambiato. Come confermato anche dagli esami del Ris la pistola usata per il delitto è quella sequestrata nella casa dell’assassino.
«Io volevo bene a mio zio. Ero legatissimo a lui quando ero piccolo. Ma questa vicenda del sentiero mi ha ossessionato – ha infine detto il nipote di Crocco - Mi sentivo vittima di una ingiustizia. Non riuscivo più a sopportare il peso di questo omicidio».
[foto: tgcom24.mediaset.it]
Antonella Sica