Cultura e Spettacolo
Uno spettacolo popolare antichissimo portato in giro da Alessio Bressi: i "Burattini da gamba".
Catanzaro 29 giugno 2012 - Chi di noi non ha letto “Pinocchio”? Se il successo del celebre romanzo sembra quello espresso nel capitolo XXV con la sentenza: “I burattini non crescono mai. Nascono burattini, vivono burattini e muoiono burattini”,
lo spettacolo dei fratelli Bressi dà, viceversa, l’ impressione di vederli crescere e “transvalutarsi”, i burattini ottocenteschi che portano in scena, grazie al laborioso lavoro di riorganizzazione dinamica di ricerche e antichi materiali operata da questi nostri artisti catanzaresi.
Lo spettacolo che porteranno in scena quest’estate nei vari borghi della Calabria è basato sull’uso di due marionette, in costume da danzatori folk calabrese, alte circa 50 cm e dotate di articolazioni libere di braccia e gambe.
Queste marionette vengono attraversate da un filo teso tra un paletto fissato ad una base di legno (a mò di piccolo palcoscenico) e una gamba del musicante che, segnando il tempo con ritmici movimenti della gamba, ne provoca il movimento saltellante a tempo di musica.[MORE]
I burattini di Alessio Bressi sono stati costruiti dall'artista Masino Leone di Tiriolo, su richiesta e indicazione dello stesso Alessio il quale ha compiuto una laboriosa indagine e rivisitazione antropologica , che deve la sua vitalità alla capacità di coniugare memoria e attualità in un rapporto molto attento con il pubblico: curiosità popolari e spaccati di storia divertono ed entusiasmano, mettendo in scena movenze, parole, costumi, tonalità e musiche accattivanti e coinvolgenti.
L'uso dei burattini a tavoletta risale al medioevo ed era diffuso in tutta Europa, dalla Sicilia alla Gran Bretagna.
I repertori in uso sono le musiche rinascimentali da ballo e più recentemente la tarantella o il saltarello ed ogni altro repertorio più vicino alla tradizione popolare. Gli strumenti usati dal suonatore sono: il flauto, la zampogna, la chitarra, l'organetto, la ghironda, il tamburello.
Questo spettacolo è particolarmente adatto per animare fiere e feste popolari, feste medioevali e rinascimentali,
donando espressività creativa a una tradizione locale storica, che vuole essere rivalutata e conservata . Alessio Bressi lo fa attraverso un’ antropologia usata come strumento per scavare, nella storia, ma più a fondo, nelle “storie” delle persone per portare alla luce misteri e segreti che l’analisi storica, proprio per la sua natura, non consente di far emergere, per fissare testimonianze che si vanno sempre più facendo flebili, quando sfortunatamente non scompaiano completamente.
Ernesto De Martino, Diego Carpitella, Antonello Ricci e altri etnomusicologi, negli anni scorsi hanno percorso l’Italia, specie il Sud, nel tentativo di salvare il patrimonio musicale regionale, ed è grazie a questo loro lavoro che si è acceso un certo interesse per l’etnomusicologia in Italia. A loro dobbiamo i primi documenti sonori che riguardano, per esempio, la Calabria e la Basilicata oltre che la Puglia e il Salento. Oggi Alessio ed Andrea Bressi sono loro degni eredi, fra l’altro ricchi di competenze filologiche e musicologiche: a loro auguriamo tanta soddisfazione nella prosecuzione del loro ingegnoso e artistico lavoro!
ANNA ROTUNDO
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