Cultura e Spettacolo
Uno alla svolta, Francesco Criniti fa riflettere il pubblico del Teatro Comunale di Catanzaro
Catanzaro, 18 Novembre - Il numeroso pubblico presente ieri sera al Teatro Comunale ha molto apprezzato l’opera prima di Francesco Criniti, Uno alla svolta, uno spettacolo motivazionale.
Francesco è un educatore presso un noto Centro Clinico della città che si prende cura di pazienti affetti da malattie neurodegenerative e di ammalati terminali. È stata la gioia di vivere di queste persone, nonostante la malattia, che lo ha ispirato. Lui, scevro di teatro, ha presentato la sua sceneggiatura ad un attore e sceneggiatore esperto come Salvatore Venuto che ha subito sposato l’idea, in particolare lo ha stimolato tanto il pensiero che parte dell'incasso è stato devoluto in favore dell’ACMO, Associazione Calabrese Malati Oncologici “Ida Paonessa”. Si è messo subito a lavoro per curare l’adattamento scenico e ha coinvolto il maestro Aldo Conforto che è stato il regista e ha interpretato un ruolo.
Uno spettacolo semplice e raffinato, appartenente al genere sperimentale, una storia sulla lotta tra l’essere e l’apparire. Una lotta interiore tra l’Io e l’Ego, a mediare la Coscienza, tre condizioni diverse della stessa personalità.
“È tutta una vetrina. Esposti come fossimo trofei. La vita vale poco. Esibirla in questo modo è disumano” canta Renato Zero, si apre il sipario ed entra uno sfrontato Ego, Salvatore Venuto, che ostenta tutta la sua sicurezza dovuta al possesso di tanti beni preziosi.
Con un sapiente gioco di luci si dissolve la sua figura e appare Io, Francesco Criniti. Il suo stato d’animo è completamente opposto, si sente svuotato per avere assecondato troppe volte Ego, in gesti eccessivi che ora lo fanno sentire inutile.
In un armonioso alternarsi, Ego pretende di affermare che l’unico valore sono i soldi, che gli amici devono essere soltanto utili, Io, invece, non nasconde il suo bisogno di rapporti veri, con persone autentiche e non più di “smaniose compagnie e inutili follie”.
A mettere ordine interviene Coscienza, una straordinaria voce fuori campo del Maestro Aldo Conforto, che dialoga di volta in volta con le due condizioni psicologiche cercando di analizzare le cose come stanno e valutarle, senza mai voler dare una lezione.
Quando parla Coscienza sul palco calano le luci, perché è la sua parola ad illuminare le menti. Il suo sostenere che l’Io è il bene più prezioso, quella voce interna più sincera di tutte. Che bisogna partire dall’autostima, perché solo chi si stima può distinguere tra una critica sana e un giudizio, può difendersi dall’attacco delle pressioni della società, può costruire un giusto margine entro cui fermarsi.
Ego inizia a sentirsi strano, comincia a pensare che Coscienza dice cose giuste. Frastornato si sforza per riflettere e, a mano a mano, si sente sempre più leggero.
Si unisce ad Io e tornano a formare un’unica identità, raggiungono la pace dei sensi, sorridono all’amore e si impegnano a procedere con fiducia.
“Oggi la gente ti giudica, per quale immagine hai. Vede soltanto le maschere e non sa nemmeno chi sei”, canta Marco Mengoni e Io ed Ego tornano a credere negli esseri umani.
La magistrale direzione del maestro Conforto è riuscita a mantenere alta la concentrazione del pubblico sulla parola, vera protagonista. L’ottima coabitazione tra un grande attore come Salvatore Venuto e Francesco Criniti, alla sua prima esperienza sul palco, è un piccolo gioiello.
Grande prova di Venuto che per la prima volta interpretava una condizione psicologica e non un personaggio fisico. Ha convinto, come sempre, grazie a gestualità, mimica, movimenti del corpo, tono della voce perfetti, riuscendo a dare grande spessore alla parola. È sempre uno spettacolo nello spettacolo poterlo ammirare.
Conforto, Venuto e Criniti hanno aperto nella mente degli spettatori una profonda riflessione perché "hanno raccontato la vita, specialmente in questo periodo, dove tutti vogliono apparire perdendo l'essere se stessi”, come ha scritto Bunty Andrea Giudice, collega di Venuto nel Teatro di Calabria.
Lo spettacolo è stato preceduto dalla sigla “Uno alla svolta” cantata da tredici bambini delle scuole elementari, i quali hanno anche concluso la serata formando una bella cornice con palloncini colorati in mano.
Una menzione speciale a Francesco Passafaro, direttore artistico del Teatro Comunale, il centro del centro storico, sempre pronto a cogliere e dare spazio alle novità di qualità.
Saverio Fontana
Fotografia di Bunty Andrea Giudice