Università di Cassino, avvisi di garanzia per 8 persone
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CASSINO 22 LUGLIO - Piovono avvisi di garanzia all’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, 8 gli indagati accusati di falsità materiale e falsità ideologica. Un’inchiesta condotta dalla Guardia Di Finanza di Cassino e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del comando provinciale di Frosinone ha portato alla luce un buco di 44 milioni di euro nel bilancio dell’ateneo cassinate. Emerge tra i vari nomi finiti sotto inchiesta l’attuale presidente della Corte dei Conti del Lazio, Tommaso Miele che all’epoca dei fatti ricopriva il ruolo di presidente del collegio dei Revisori dei conti pro tempore dell’Università. Assistito dagli avvocati Sandro Salera e Pierpaolo Dell'Anno, il giudice Miele ha dichiarato di “aver piena fiducia nell’operato dei colleghi di Cassino e di poter dimostrare nelle opportune sedi di aver operato nel massimo della trasparenza e della rettitudine”.
Tutti gli indagati, oltre al giudice Miele, l’ex rettore Ciro Attaianese, l’ex direttore generale e responsabile dell’area bilancio, Raffaele Simeone, il delegato al bilancio Raffaele Trequattrini, il direttore Ascenzo Farenti, e i revisori Valter Pastena, Antonio Gai e Piera Marzo, sono accusati di aver “illecitamente iscritto nei bilanci consuntivi del 2013 e 2014 importi dei debiti previdenziali diversi da quelli risultanti dalle rispettive schede contabili. Sempre con riferimento al medesimo arco temporale, si è accertato, inoltre, che n. 4 revisori dei conti avevano falsamente attestato la corrispondenza dei dati dei predetti bilanci con le risultanze della contabilità pubblica dell’università cassinate. È stata, altresì, interessata per i profili relativi al danno erariale cagionato la competente procura regionale della corte dei conti, in quanto per il mancato versamento nei termini dovuti dei 35 milioni di contributi previdenziali, l’ateneo ha dovuto corrispondere all’agenzia delle entrate – riscossione un ulteriore milione a titolo di agio di interessi.
L’odierna operazione di servizio testimonia ancora una volta quanto salvaguardare l’integrità dei bilanci pubblici vuol dire controllare l’efficace gestione delle risorse” si legge in un comunicato diramato dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del comando provinciale di Frosinone diretto dal tenente colonnello Claudio Gnoni. Il Rettore Betta sintetizza le motivazioni che, a suo dire, hanno causato la mala gestione delle finanze dell’ateneo: “Ci sono stati degli anni in cui la riduzione del finanziamento ordinario e l’incremento delle spese del personale deve aver creato, alla precedente gestione, un problema di bilancio e come soluzione per la sua risoluzione si è immaginato di rimandare il pagamento dei contributi. Adesso è un rimando che non è più procrastinabile, stiamo cercando di fissare tutte le azioni possibili per fissare i termini della questione e per andare oltre”.
Tiziana Petriglia
foto Web