Societa'

Universita' Calabria: Crisci, senza ateneo Calabria un deserto

COSENZA, 06 FEBBRAIO - "La Calabria, prima della nascita delle sue attuali tre Universita', ed in particolare di questo Ateneo, rappresentava una regione che potremmo paragonare ad un terreno desertico, dove non cresceva nulla per mancanza di un suolo fertile. Era necessario preparare il terreno per la semina, per offrire ai giovani la possibilita' di crescere in un ambiente produttivo. Pertanto, il primo obiettivo dell'Unical, poi affiancata dalle altre Universita', la Magna Graecia di Catanzaro e la Mediterranea di Reggio Calabria, e' stato la formazione di figure con specifiche caratteristiche tecnico-amministrative, passo essenziale per qualunque progetto di crescita economica". [MORE]

Lo ha detto il rettore dell'Universita' della Calabria, Gino Mirocle Crisci, in ocasione dell'inaugurazione dell'anno accademico alla presenza del capo ello Stato. "Il piano di sviluppo della Calabria, negli anni Settanta, infatti, - ha detto - delineava una regione in cui le attivita' produttive avrebbero dovuto essere legate alle piccole e medie imprese, in settori fortemente connessi alle specifiche vocazioni del territorio, ovvero all'agroalimentare e al turismo.

L'Universita', in quell'ottica, avrebbe rappresentato il volano di sviluppo nella formazione di tecnici e di una classe dirigente in grado di attivare un circolo virtuoso, quale naturale antidoto al degrado del tessuto sociale e alla criminalita' organizzata. Con questi obiettivi nacque la prima universita' a statuto speciale, su base dipartimentale, dieci anni prima che tale innovazione venisse estesa al resto del Paese; una universita' particolarmente attiva nei settori scientifici, ingegneristici ed economici - alla quale, successivamente, si aggiunsero altre aree culturali. Dunque, una vera e propria scommessa, su un Mezzogiorno da far crescere e non piu' soltanto da assistere. Fu l'alba - ha aggiunto - di una straordinaria stagione di speranza per i tanti giovani calabresi, i quali ebbero la possibilita' di studiare e specializzarsi senza lasciare piu' le loro case. Inoltre, grazie al modello del Campus, che rende unica questa Universita', tantissimi studenti ebbero l'occasione di trovare alloggio, di socializzare e frequentare attivita' sportive, nella stessa area nella quale studiavano. Per questo l'Unical rappresenta, senza dubbio, la piu' significativa universita' a Campus integrato d'Italia. Le strutture dipartimentali sono tutte concentrate in uno stesso luogo e permettono una naturale interazione anche fra settori molto diversi, facilitando lo sviluppo di attivita' di ricerca e didattica interdisciplinare. Nella prospettiva, molto attuale, di intendere il futuro del sistema universita'".

Il Campus di Arcavacata, secondo il rettore, " e' caratterizzato da una forte residenzialita', avendo la possibilita' di ospitare circa 2.500 studenti che diventeranno presto 3.000. Le cinque mense esistenti erogano circa un milione di pasti all'anno. Le residenze sono completate da importanti strutture, finalizzate alle numerose attivita' sportive (circa 3.000 tesserati Cus), nonche' per le attivita' culturali, grazie alla presenza di due teatri e tre anfiteatri e alla prossima apertura di due sale cinematografiche di 300 posti ciascuna. La centralita' dei settori scientifico-tecnologici, il Campus e la residenzialita' sono stati i principali cardini che ispirarono il nostro padre fondatore, primo Rettore dell'Universita' della Calabria, il professore Beniamino Andreatta, del quale quest'anno ricorrono i dieci anni dalla scomparsa, ed al quale e' dedicata l'Aula Magna che oggi ci ospita. Fu proprio Andreatta, parlando dei capisaldi ispiratori della nascita dell'Universita', che disse, in un'intervista rilasciata a La Stampa nel 1974: "In Calabria lo studio superiore e' da sempre legato al censo: i ricchi mandano i loro figli a studiare a Roma o a Milano, i meno ricchi a Napoli, la piccola borghesia a Messina. Noi qui accogliamo i giovani dei ceti piu' bassi". E ancora: "Questa e' una regione che porta nel profondo di se' il senso della sconfitta, una "disaggregazione" antica. Scopo dell'Ateneo e' anche quello di sbloccare le situazioni ancestrali ed immobili". "Pensiamo all'ateneo calabrese come ad un quartiere specializzato di un'area metropolitana [?] E avra' influenza su tutta la Calabria. Sara' una citta' di giovani, in una regione che da decenni perde i suoi giovani". Realizzare tutto cio' - ha sottolineato - non fu cosa facile e molti furono gli ostacoli, compreso qualche germe di illegalita' che fu prontamente soffocato. Andreatta mise in atto, infatti, un'altra grande rivoluzione per l'epoca: la pubblicazione del Bilancio e di tutti gli atti degli organismi universitari. Dopo Andreatta, i Rettori susseguitisi nel tempo - alcuni dei quali presenti in aula - hanno in gran parte continuato quell'originario disegno innovatore. L'evoluzione di quel modello - ha detto - ha portato ad un'universita' che e' diventata una delle piu' grandi fabbriche di saperi del Sud, con una sua funzione di porta culturale del Paese, aperta sul Mediterraneo, accogliendo i tanti studenti stranieri che, di anno in anno, continuano a scegliere l'Unical come luogo di formazione culturale"

Crisci ha detto che "molto si e' qui investito, nell'internazionalizzazione del nostro Ateneo e, anche quest'anno, abbiamo assistito ad un aumento del numero di iscritti stranieri, che conferma il trend costantemente positivo degli ultimi anni. Le domande di ammissione degli studenti stranieri, infatti, sono passate da 440 a 585, in prevalenza in arrivo da Asia e Africa, ma anche dall'America e dall'Europa". Al di la' dei numeri, - ha spiegato - ognuno di questi ragazzi rappresenta, soprattutto, una testimonianza di vita che ci arricchisce, favorendo la nostra stessa propensione allo scambio culturale e trova qui, a Rende, la possibilita' di crescere mettendo a frutto il proprio talento. E' il caso di Bashar Swaid, lo studente di Aleppo, che ascolteremo a breve, e che e' stato accolto dall'Unical come in una seconda casa. In questi momenti di profonda crisi umanitaria, dove la Calabria rappresenta la frontiera geografica e sociale dell'accoglienza, anche noi abbiamo cercato di dare il nostro contributo, tanto da essere al fianco del Ministero dell'Interno e della CRUI nella redazione e la gestione del bando di 100 borse di studio per studenti con asilo politico o protezione sussidiaria. A questo punto, - ha proseguito - lasciatemi rivolgere lo sguardo verso un altro orizzonte, toccando un tema di attualita', quello del ruolo che devono svolgere le Universita' meridionali per contribuire alla rinascita del Sud. Non e' probabilmente questa la sede per trattare un argomento cosi' complesso, ma credo tuttavia opportuno segnalare i buoni risultati ottenuti dal sistema universitario meridionale nella recente Valutazione della Qualita' della Ricerca (VQR), che dimostrano come il tradizionale atteggiamento conservativo, che fossilizzava gli atenei meridionali, stia evolvendo in comportamenti dinamici e virtuosi. In questo quadro, - ha detto - appare fondamentale per il sistema universitario nazionale, ed in particolare per quello meridionale, impegnarsi sempre di piu' nella cosiddetta "terza missione", ovvero quella di favorire l'applicazione, la valorizzazione e l'impiego della conoscenza; per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della societa', sia grazie al trasferimento tecnologico, sia agevolando la nascita di imprese innovative".