Politica
Unioni civili, stop alle adozioni da trenta cattolici dem
ROMA, 14 GENNAIO 2016 - Il tema delle unioni civili continua a dividere in Italia. A pochi giorni dall’arrivo in aula della legge, il clima è più rovente che mai. Ad opporsi al ddl Cirinnà non solo i centristi di Angelino Alfano, i forzisti e la Lega, ma anche una buona parte di esponenti del Pd. [MORE]
Trenta cattolici dem reclamano infatti lo stralcio dell'articolo 5, quello relativo alla stepchild adoption, ossia all'adozione del figlio biologico del partner. La norma, spiegano, va stralciata e «rinviata ad una riforma più organica degli istituti paragenitoriali». L’ala cattolica del Pd chiede una «riformulazione più coerente degli articoli 2, 3 e 4 per evitare pedissequi richiami al codice civile sul matrimonio, cioè un'equiparazione».
La proposta sulle unioni civili arriva al Senato il 28 gennaio anziché il 26, tuttavia lo slittamento di due giorni potrebbe non essere sufficiente per sanare la frattura, nonostante nella "nota", proposta da Alfredo Bazoli, che rappresenta i cattolici al tavolo del Pd, e da Ernesto Preziosi, ex vicepresidente dell'Azione cattolica, si parli di dialogo, di «uno spirito unitario» e si riconosca che «l'intervento legislativo è doveroso per mettere fine ai troppi ritardi e rinvii accumulatisi nel tempo».
Tra i 30 firmatari ci sono Teresa Guccione e il siciliano Franco Ribaudo, ex comunista ed ex dirigente della Cgil. Anche il bersaniano Andrea Giorgis, costituzionalista, ha espresso qualche dubbio giuridico sulla stepchild.
I cattolici chiedono che le unioni civili siano ben distinte dalle nozze, ossia che alle coppie gay siano riconosciuti i diritti personali ma non quelli degli sposati. Inoltre, lo stralcio dell'adozione oppure la sua «sostituzione» con soluzioni «che garantiscano la piena tutela dei minori». Infine, nel manifesto si chiede di non «legittimare o incentivare» l'utero in affitto, definito un «comportamento gravemente antigiuridico».
[foto: panorama.it]
Antonella Sica