Politica

Unioni civili, sì a coppie come "specifiche formazioni sociali"

 MILANO, 3 SETTEMBRE 2015 - Prosegue in Parlamento il dibattito sul tema delle unioni civili, sulle quali l’Italia è rimasta indietro rispetto ad altri diciannove Paesi dell’Ue. E’ via libera al Senato, grazie all’inedita maggioranza Pd-M5S che si è consolidata nella serata di ieri sull’emendamento che garantirà dei veri e propri diritti alle coppie omosessuali ma che prende le distanze da una equiparazione al matrimonio e dall’art.29 della Costituzione. [MORE]

 

La definizione che viene attribuita è quella di «specifiche formazioni sociali». Questa la mediazione Pd, che sblocca dunque la fase estiva di stallo. Da più parti si considera la mossa Pd, come un tentativo di ammorbidire le ristrettezze e la battaglia politica dell’attuale alleato di Governo, l’Ncd di Alfano, che ha comunque espresso la propria contrarietà con tutta Area Popolare (dunque anche Udc) astenendosi, assieme alla Lega.

 

Bene invece la convergenza, detto di M5S, con socialisti e Sel. L’espediente per giungere al concetto di «formazione sociale» muove dal distacco rispetto all’art 29 della Costituzione (quello che «riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio») per concentrarsi sull’art.2. oltre che sulla sentenza 2010 della Corte Costituzionale. La maggioranza, nonostante alcune timide aperture pare in difficoltà ma come già espresso negli scorsi giorni, l’idea è quella di un distacco solo momentaneo, che non dovrebbe avere ripercussioni sulla tenuta futura dell’Esecutivo e sulle altre riforme poste in agenda, in primis quella Costituzionale legata al Ddl Boschi e alla revisione del bicameralismo paritario.

 

Il Pd, dal canto suo, non molla su un tema fondamentale, che non può più aspettare considerato il ritardo rispetto agli altri paesi comunitari. E’ idea dello stesso Premier, che non vuole indietreggiare e vuole portare a casa un’altra novità dopo quella del divorzio breve. «E’ patto di civiltà a cui non rinunciamo» - ammonisce Matteo Renzi. Ora, l’approdo in aula, previsto per il 15 ottobre, anche se la relatrice, Monica Cirinnà, spinge per una maggiore celerità e al contempo, convergenza tra i partiti politici. «Faremo tre sedute a settimana, anche delle notturne. Non ci faremo fermare dall’ostruzionismo» - è il monito della senatrice Pd.

foto: lgbtnewsitalia.com

Cosimo Cataleta