Unioni Civili, il placet del Parlamento Europeo "è diritto umano"
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STRASBURGO, 12 MARZO 2015 - Il parlamento europeo ha votato favorevolmente al riconoscimento delle unioni civili e delle nozze tra individui dello stesso sesso, invitando alla riflessione collaborativa i vari governi statali.[MORE]
IL PUNTO "162"
Definito diritto civile e umano ha riscosso, in sessione plenaria, 390 voti a favore, 151 no e 97 astensioni. Il documento approvato è la relazione annuale su diritti umani e democrazia mondiale (2013) e l'attinente politica europea. Relatore del testo è l'europarlamentare socialista Pier Antonio Panzieri. Il passaggio riguardante il riconoscimento delle nozze omosessuali si trova al punto 162 e proprio su questo tema l'Italia si è attivamente impegnata con le Nazioni Unite su un documento che verrà presentato al Consiglio dei Diritti Umani (ventottesima sessione) che si concluderà il 27 marzo.
Afferma, il punto 162, che il Parlamento Europeo tiene in considerazione la "legalizzazione del matrimonio e delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in un numero crescente di Paesi nel mondo, attualmente 17, incoraggia le istituzioni e gli Stati membri dell'Ue a contribuire ulteriormente alla riflessione sul riconoscimento del matrimonio o delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in quanto questione politica, sociale e di diritti umani e civili".
SPACCATURE NEL PD E NEL CENTRO DESTRA
Nonostante l'effetto innovativo e propulsivo che l'Europa cercherebbe di avanzare con il documento sui diritti umani, non sono mancate le crepe all'interno degli schieramenti politici, crepe attinenti, almeno ufficialmente, al principio di sussidiarietà e di competenza nazionale di alcuni diritti, come il diritto di famiglia. Due membri del Pd, Damiano Zoffoli e Luigi Morgano, hanno votato "no" al paragrafo riguardante le unioni civili. Ad astenersi Caterina Chinnici e Patrizia Toia (entrambe Pd) che ha dichiarato "mi sono astenuta sul punto delle unioni civili. Ho trovato la sua formulazione troppo squilibrata sulla parità tra unioni civili e matrimonio" aggiungendo "credo che ogni Stato debba cercare un profilo giuridico per regolare questa materia. Tuttavia credo sia una questione politica e sociale. Non scomoderei i diritti umani". Morgano ha poi giustificato il proprio dissenso sostenendo che alcuni punti del documento siano una forzatura ideologica per "affermare, a livello europeo, l'aborto come diritto umano, nonostante il principio di sussidiarietà stabilisca che più materie, come il diritto di famiglia, siano di competenza nazionale".
Le divisioni si sono mostrate anche nel centro destra dove, Giovanni La Via (Ncd), Herbert Dorfmann (Svp) e la gran parte del Ppe hanno votato favorevolmente al provvediemento sulle unioni civili a differenza della restante delegazione italiana, contraria. Lo stesso La Via ha votato contro la "risoluzione finale" mentre Dorfmann e Barbara Matera hanno seguito l'astensione.
Fonte foto: ilsecoloxix.it
Ilary Tiralongo