Politica

Unioni Civili, fa discutere l'espressione "formazione sociale specifica"

Riceviamo e pubblichiamo 
ROMA, 06 SETTEMBRE 2015 -
"Una specifica formazione sociale": con questa dicitura, votata in commissione Giustizia al Senato, si definisce la questione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Questa espressione è praticamente una sorta strategica di mediazione compiuta dall'area cattoilica del Partito Democratico con la precisa finalità di dribblare l'equiparazione con l'istituto tradizionale del matrimonio tra uomo e donna: le unioni civili saranno, dunque, un istituto autonomo rispetto al matrimonio. Ma è, comunque, una dicitura che fa discutere anche tra le associazioni LGBTI.  [MORE]

In particolare il più grande movimento italiano, ANDDOS, intende precisare alcuni punti sull'emendamento: “Pur non intervenendo sulla sostanza della legge – sottolinea il presidente nazionale Mario Marco Canale di ANDDOS - l’emendamento approvato ieri in Commissione Giustizia al pdl Cirinnà sulle Unioni Civili, concretizza le varie discussioni di agosto circa la volontà politica dell’opposizione di sottolineare con forza la distinzione tra matrimonio e unione civile. Sul piano simbolico possiamo dire che l’espressione“formazione sociale specifica” è una brutta definizione, ma ciò che auspichiamo è che a questa modifica formale, che incardina definitivamente la legge sull’articolo 2 della Costituzione anziché sull’art. 29, non segua una squallida trattativa al ribasso sui singoli diritti che l’istituto dovrà garantire, che dovranno rimanere quelli del testo base. 

Il Pdl, infatti, è già frutto di un compromesso e per noi è solo il primo passo per la piena uguaglianza. Altro elemento da affrontare sul piano politico riguarderà la legge finanziaria: queste formazioni sociali specifiche avranno diritto, se numerose, al bonus famiglia chiesto da NCD? Su questo tema, così come sulla reversibilità della pensione e sulla stepchild adoption (l’adozione del figlio biologico del partner in una coppia) è necessario alzare un argine impenetrabile a qualsiasi trattativa, in quanto, va sempre ricordato, con le unioni civili non si fa una mediazione di interessi, nessuno rinuncia a qualcosa, bensì vengono garantiti diritti a chi non ne ha e l’intera società ne guadagna godendo di maggiore inclusione e democrazia”.

Quanto ai tempi di approvazione (la commissione si aggiornerà intanto già martedì 8 settembre), la senatrice Monica Cirinnà ha tenuto ad evidenziare che si procederà celermente sull'emendamento, annunciando di tornare in aula al Senato prima del 15 ottobre.
Marco Tosarello
 
(notizia segnalata da Ufficio Stampa ANDDOS)