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Unbroken di Angelina Jolie, l'olimpionico Zamperini raccontato senza sprint

UNBROKEN DI ANGELINA JOLIE. Più che un film sulle traversie belliche d'un olimpionico, l'opera seconda alla regia della Jolie finisce per diventare il racconto di olimpica, imperturbata emozione d'un semidio.

Ad Angelina Jolie è mancato lo sprint: con Unbroken non ha rotto il ghiaccio dietro la macchina da presa, nonostante tra le otto mani della sceneggiatura, sorprendentemente deboluccia, figurino anche quelle in genere assai destre dei fratelli Coen. Di storia ce n’è, anche tanta, visto il nobile intento di raccontare l’odissea dell’italo-americano Louis Zamperini: infanzia con le mani agili del rubagalline, poi caviglie e piedi ancor più agili fino al sogno delle Olimpiadi; ancora, la guerra e 47 giorni da incubo nel Pacifico su di un canottino, coi salvatori giapponesi che mutano presto in aguzzini e lo seviziano per due anni in un campo di prigionia.

LA PRIGIONE DEI GENERI - Tanta storia, appunto – e di fatto, la Jolie ha buon gioco nell’attraversare l’irresistibile immaginario cinematografico dei sotto-generi, spaziando dai mottetti e dalle rimonte del film sportivo, al fiato sospeso dell’incursioni aeree del cinema di guerra, poi altrettanto disinvoltamente dalla pruriginosa lotta per la sopravvivenza dei survival movies al sadismo controllato dei prison movie. Il problema è che, più d’un immaginario, si tratterebbe di un formulario: basterebbe riflettere sul fatto che dopo oltre un’ora di film, Zamperini (un incolpevole Jack O’ Connell) è poco più d’una sagoma, passata dal travestimento della canotta sportiva a quella della divisa militare. Similmente per il resto del film, stranamente dialogato all’osso, incapace di penetrare nel midollo.[MORE]

UN FILM OLIMPICO - L’intuizione fondamentale che manca alla Jolie, figlia dell’Hollywood più buonista e ruffianella, è quella che invece il talento d’un altro interprete svezzatosi sul set da attore e poi passato alla regia, Clint Eastwood, dispiega nel recente American Sniper: altro che incorruttibili, non-spezzati, “unbroken”, il cinema fa un salto di qualità quando sa sanguinare, o quantomeno se sa far percepire più credibilmente la sofferenza nella vittoria. E non è credibilissimo - tutt’altro - l’accompagnamento musicale epico ed invadente, che sottolinea a fanfare spiegate le scene di plastica resistenza, come la trave sostenuta dalle esili braccia di Zamperini, con tanto d’urlo cavernicolo in faccia all’imberbe faccia d’angelo del luciferino caporale giapponese. È proprio un film "olimpico", ma non nel senso delle Olimpiadi di Zamperini: nel senso dell'Olimpo, perchè l'eroe è un imperturbabile vincitore d'ogni agone. Questa è la storia, certo, ma i modi sono discutibili.

Ciò non toglie, sia chiaro, che Unbroken possa riuscire godibile, senza nemmeno stremare troppo nelle due ore e quasi venti minuti. Tra cambi di scenario e tutti i trucchi di cui sopra – a cui aggiungiamo l’ardita fotografia di Deakin – la prestazione complessiva è da mezzofondo cinematografico, un piacevole andar per le lunghe, rimanendo rigorosamente in superficie. Bello spettacolino, ma bisogna pedalare per i film di qualità.

 

DATA USCITA: 29 gennaio 2015
GENERE: Drammatico, Guerra
ANNO: 2014
REGIA: Angelina Jolie
SCENEGGIATURA: Ethan Coen, Joel Coen, Richard LaGravenese
ATTORI: Domhnall Gleeson, Garrett Hedlund, Alex Russell, Jai Courtney, Jack O'Connell, John Magaro, Finn Wittrock, Takamasa Ishihara, Luke Treadaway, Maddalena Ischiale, Vincenzo Amato
FOTOGRAFIA: Roger Deakins
MUSICHE: Alexandre Desplat
PRODUZIONE: Universal Pictures, Walden Media, 3 Arts Entertainment
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
PAESE: USA
DURATA: 137 Min

(in foto: particolare di una immagine del film)

Antonio Maiorino