Scienza & Tecnologia
Una nuova tecnica dell'esame del DNA potrebbe dare speranza per identificare i resti delle vittime
FIRENZE, 01 OTTOBRE 2012- Oggi, un campione di DNA non identificato prelevato dai tessuti ossei può solo dire ai ricercatori se il defunto era un uomo o una donna.Viceversa questa nuova tecnica permetterà di determinare specifiche caratteristiche fisiche degli individui i cui resti sono stati recuperati, permettendo di restringere il campo della ricerca.
Con questo nuovo strumento in mano agli investigatori scientifici, se un campione di DNA sarà in grado di dirci se appartiene a qualcuno con la pelle bianca o scura, gli occhi blu o marroni potrà facilitare il collegamento con i resti di vittime reali. Gli scienziati ritengono che utilizzando tali nuovi dati accoppiati con i dati in possesso che non hanno ancora permesso dei progressi nella identificazione con i marcatori del DNA per il colore dei capelli, ad esempio, potrebbero portare a raggiungere un livello mai raggiunto prima nelle identificazioni. La nuova tecnica è stata sperimentata per più di tre anni nel laboratorio di Elisa Wurmbach, una scienziata del dipartimento di Biologia forense americana. Lo studio ha comportato la sperimentazione della nuova tecnica su più di 700 volontari per identificare i marcatori in campioni di DNA.
Secondo la ricercatrice, l’esame è in grado di determinare il colore degli occhi con un margine del 3 per cento di errore e con un margine dell’ 1% il colore della pelle.
Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che come associazione tra i suoi scopi, si occupa da tempo anche a cercare di dare un contributo nell'individuazione delle persone scomparse e quindi per tentare di dare un sollievo alle famiglie, la nuova tecnica potrebbe essere applicata in generale e anche essere utilizzata per risolvere alcuni dei migliaia di casi di persone scomparse che vengono segnalati in Italia ogni anno.[MORE]
(notizia segnalata da giovanni d'agata)