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Una moderna Turandot ha incantato il pubblico del Teatro Politeama di Catanzaro (Video)

L’opera lirica pucciniana ha inaugurato il XXI Festival d’autunno riscuotendo un grande successo.


Un successo annunciato quello di ieri al Teatro Politeama di Catanzaro gremito in ogni ordine di posto per assistere alla Turandot, opera lirica in tre atti realizzata e non conclusa dal maestro Giacomo Puccini per la sua morte avvenuta in fase di stesura nel novembre 1924.


La scelta di inaugurare il Festival con questa opera da parte del direttore artistico Antonietta Santacroce non è stata infatti casuale.


La decisione del maestro d’orchestra Filippo Arlia e del regista Salvo Dolce è stata quella di proporre la Turandot in chiave moderna, senza dare spazio a scenografie sofisticate per catturare maggiormente l’attenzione del pubblico sull’interpretazione dei protagonisti sul palco.


L’opera è stata proposta nella sua versione originale che si chiude con la morte e il funerale della schiava Liù che si uccide per l’amore non ripagato del suo Principe Calaf di cui non svela il nome dopo che questi aveva sfidato l’editto dell’imperatore Altoum rispondendo ai tre enigmi pur di far breccia nel cuore della bella principessa Turandot di lei innamoratosi fin dal primo sguardo.


La fiaba ambientata a Pechino ha visto come protagonisti oltre alla principessa Turandot, al principe ignoto Calaf e alla schiava Liù, uno straordinario re Timur padre anziano e malato del principe.


E’ appunto l’amore il tema dominante dell’opera che si è conclusa con l’annuncio da parte dell’altoparlante “Qui il maestro morì” così come aveva fatto il maestro Toscanini al termine della prima rappresentazione dell’opera alla Scala di Milano nel 1926.


Da quel momento diversi minuti di applausi da parte del pubblico hanno accompagnato chi ha reso l’opera così bella e coinvolgente, dai protagonisti sul palco al regista, dal maestro all’intera Orchestra Filarmonica della Calabria al Coro Lirico siciliano.


Il Festival d’autunno inizia come meglio non avrebbe potuto, e le emozioni continuano…


Maurizio Martino