Economia

'Una manovra iniqua, discriminatoria e classista'. La CGIL in sciopero il 6 settembre

ROMA, 30 AGOSTO 2011 - Manca una settimana esatta allo sciopero generale indetto dalla CGIL per il prossimo 6 settembre in diverse città italiane. “Un'altra manovra è possibile”, questo lo slogan dello sciopero che vedrà i lavoratori fermarsi per 8 ore e una serie di cortei e mobilitazioni in molte piazze del Paese. Secondo quanto dichiarato da Susanna Camusso durante la conferenza stampa di presentazione della giornata di sciopero, la necessità di una mobilitazione generale non si è attutita con le parziali modifiche alla manovra decise durante il vertice di Arcore di ieri sera, ma si è, al contrario, rafforzata. [MORE]

«Ieri – ha sostenuto Camusso - sulle pensioni è stato fatto un golpe di cui forse non ci si è resi ancora conto». Pur affermando di potersi riferire solo a quanto emerso dai comunicati stampa rilasciati ieri in serata dopo il vertice, mancando ancora la redazione di alcun provvedimento, Camusso ha affermato che le modifiche alla manovra non modificano il senso generale della stessa. I cambiamenti interessano solo due articoli su venti (l'abolizione del contributo di solidarietà e dell'accorpamento dei piccoli comuni), mentre rimangono intatti gli altri 18 articoli che mantengono, tra le altre cose «la norma sulle festività, sui disabili, l'articolo 8 e così via».

Discriminazione e iniquità sono le parole cardine con le quali il segretario generale bolla la manovra. Manovra che Camusso definisce «classista», anche se – spiega - con connotazioni del concetto di “classe” parzialmente diverse rispetto a quelle che abbiamo imparato a conoscere dalla storia. La discriminazione interessa in particolar modo i lavoratori del settore pubblico, per i quali vengono previste normative che per altre categorie non valgono. Sommando le manovre fin qui varate dal governo «sui lavoratori pubblici - dichiara il segretario - si scaricano tutte le tipologie di intervento possibile: blocco contrattuale, blocco delle assunzioni, blocco dei tfr, contributo di solidarietà che per loro rimane».

Se poi i lavoratori pubblici sono anche di sesso maschile e laureati, intervengono «altre discriminazioni», che valgono per tutti. «Tutti i lavoratori maschi italiani che hanno fatto il servizio militare ricevono da questa loro esperienza il brillante risultato che quell'anno non vale ai fini contributivi e che devono lavorare un anno in più». Stessa sorte tocca ai laureati. «Tutti coloro che sono laureati e che hanno speso soldi per riscattare la laurea, queste persone hanno speso soldi inutilmente e si trovano costrette a lavorare da 4 a 8 anni in più a seconda della specializzazione che avevano». Per fare un esempio, un laureato che «ha cominciato a lavorare intorno ai 25-26 anni», si ritrova «ad andare in pensione a 70 anni». «Credo – dichiara Camusso - che siamo alla violazione degli uguali diritti ad uguali condizioni», una violazione che provocherà un «contenzioso infinito».

La critica non si ferma ai provvedimenti in sé, ma riguarda il senso stesso della manovra e il messaggio che, secondo la CGIL, il governo sta mandando al Paese, soprattutto ai giovani. «Il messaggio alle giovani generazioni è che non ci si può fidare dello Stato, non conviene studiare ed entrare nelle professioni, perché coloro che ci sono non sono in grado di uscirne a causa dell'età anagrafica. È una manovra per dire 'Non fidatevi delle istituzioni e dello Stato'».

Forti critiche da parte della CGIL sono rivolte anche alle modalità di abolizione del contributo di solidarietà. «Il contributo – dichiara il segretario - andava applicato con criteri di equità, non solo sul reddito ma anche partrimonio, non solo per i lavoratori pubblici ma anche per quelli privati. La strada per abolirlo è ingiusta, che discrimina i lavoratori pubblici, è una strada che fa ricadere solo su una parte del paese tutti i costi».

Proprio per protestare contro questa manovra, contro l'iniquità, la discriminazione e contro il suo essere una manovra che da più parti viene definita anche «recessiva», martedì prossimo i lavoratori sciopereranno per otto ore e in 100 piazze italiane si avranno mobilitazioni che vedranno il coinvolgimento anche associazioni e società civile.
(In allegato il video con lo spot della CGIL per la manifestazione del 6 settembre)

Serena Casu