Cultura e Spettacolo
Un viaggio artistico tra le opere calabresi legate ad altre regioni italiane
LAMEZIA TERME 15 FEBBRAIO - La Calabria al centro dei rapporti artistici con il resto del Mediterraneo illustrati attraverso una carrellata di esempi riguardanti non soltanto le arti maggiori quali pittura, scultura ed architettura ma anche le arti minori rappresentate dalla produzione di argento e dei tessuti. Questo, in sintesi, l’argomento trattato dallo storico d’arte Gianfrancesco Solferino nel corso di un incontro, promosso dall’Uniter di Lamezia Terme , presieduta da Italo Leone. Presentato egregiamente dalla vicepresidente Costanza Falvo D’Urso, Gianfrancesco Solferino, ricercatore della produzione lignea e calabrese legata alle altre scuole regionali e studioso del patrimonio artistico calabrese , in particolare della produzione di scultura lignea policroma dal cinquecento all’ottocento, ha sostenuto che la Calabria possiede un patrimonio di grande importanza che mantiene da secoli la qualità artistica in maniera paritetica con le altre regioni italiane. Molte opere sono il frutto di «un artigianato che ha la possibilità di esprimere una vis comunicativa unica» ha spiegato Solferino per il quale il declino, che si riscontra spesso nell’arte, è dovuto «alla mancanza dell’identità del lavoro dell’artigianato, ad una tacita rinuncia alla propria significazione sociale e comunitaria, nonché culturale».
Ecco perché è necessario conoscere le bellezze artistiche della Calabria e farle conoscere ai giovani e agli altri iniziando da quelle esistenti nel nostro territorio lametino ricco di capolavori realizzati da grandi artisti come il nicastrese Francesco Colelli, dotato di notevole capacità di cimentarsi con l’affresco , tecnica usata da pochissimi in Calabria. Alcune sue tele si trovano nela chiesa di San Domenico di Lamezia Terme. Anche la cattedrale seicentesca di Nicastro ( ora Lamezia Terme) è dotata di opere d’arte come la famosa Cantoria, una acquasantiera in marmo verde di Calabria del secolo XVIII, una Cena del secolo XVIII, preziosi arredi sacri ed intagli in legno dei secoli XVII e XVIII.
Gianfrancesco Solferino, attraverso la proiezioni di immagini, ha continuato la narrazione dell’arte calabrese rappresentata da Nord a Sud e, in particolare, di opere calabresi, alcune delle quali trasferite dalla Calabria a Napoli , a Roma e viceversa, sottolinendone i particolari e le singole valenze artistiche. Si è pertanto soffermato sulla pregevole statua lignea dell’Immacolata Concezione che si venera da oltre 200 anni nella chiesa di San Giovanni di Soveria Mannelli, sulla Madonna della Quercia di Conflenti, capolavoro d’arte napoletana del ‘700 di Giacomo Colombo, scolpita a Napoli e portata a Conflenti recante dei segni relativi ai rapporti con la cultura locale. Poi è stata la volta del “Crocefisso fulminante” di Matteo Preti, un’opera interessantissima che sovrasta l’altare maggiore della chiesa di San Domenico a Taverna, di un calice in oro che si trova nel Museo diocesano di Squillace realizzato in oro purissimo 23 carati, della preziosa pianeta ricamata a Catanzaro nel ‘700 e portata a San Francesco d’Assisi a Ripa Grande di Roma. Tante le opere d’arte diffuse in numerosi paesi della Calabria tra cui Serra San Bruno, Rogliano, Cropani, Bisignano, Aiello Calabro dove si trova la famosa Cappella dei Duchi Cybo Malaspina del 1598, commissionata dal duca Cybo all’architetto toscano Andrea Cioli e realizzata dallo scultore messinese Pietro Barbalonga. La Cappella rappresenta una perla preziosa per la Calabria da recuperare, conoscere, restaurare e valorizzare come tante altre opere trascurate e abbandonate all’oblio.
Foto: Gianfranvesco Solferino
Lina Latelli Nucifero