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Un Perfetto Gentiluomo

ROMA,14 MAGGIO 2011. Film alquanto inusuale, monumento all’eccentricità e al non-conformismo, un racconto che parte da un testo preesistente, nato dalla collaborazione dei registi Shari Springer Berman e Robert Pulcini.
Dal 13 maggio sul grande schermo la pellicola “The Extra Man”, presentata al Sundance Film Festival lo scorso anno, un originale percorso di formazione tratto dal romanzo “Io e Henry” di Jonathan Ames degno di essere accostato a “Il giovane Holden” di Salinger; la costruzione del film in forma letteraria è resa visibile dalle sequenze impaginate alla stregua di un libro, che riconducono a brevi ma significativi capitoli e l’utilizzo incisivo della voce narrante.[MORE]


Paul Dano, nei panni di Louis Ives, giovane aspirante scrittore, in perfetto stile anno ’20, si trasferisce a Manhattan dopo essere stato licenziato dall’incarico di professore per dei tagli all’istruzione. Affitta una camera nel modesto appartamento di Henry Harrison (il premio Oscar Kevin Kline), un commediografo di dubbia fama, uomo eccentrico, simpatico e arrogante al contempo, che riesce a sopravvivere accompagnando ricche vedove dell’alta società newyorkese.


Per uscire dalla metaforica prigione dove loro stessi si sono rinchiusi, Louis e Henry, capiscono di aver bisogno uno dell’altro. Louis, incline al travestimento, proprio quando vede soddisfatto il suo insopprimibile e continuo desiderio di indossare abiti femminili, capisce che dentro di lui non c’è una donna pronta a venir fuori, anzi, prende coscienza di non essere mai stato così uomo come in quel momento.
 

L’incontro tra il mentore burbero dal cuore d’oro e il giovane sfigato diventa chiarificatore, la storia di un’amicizia decisamente atipica di due personaggi che non hanno nulla da insegnarsi ma tutto da condividere, senza però trovare soluzioni per diventare uomini migliori, determinante a questo proposito è l’ultima frase <<Ebbene eccoci qua. Ma dove siamo?>>.
La vicenda di Katie Holmes, collega in redazione di Louis, sembra quasi seguire un filo parallelo alla storia dei due coinquilini, anche lei non trova un rimedio al disinteressamento del suo fidanzato, ma perlomeno giunge a distinguere la cortesia dalla noncuranza.


Al di fuori dello stile comico, Un perfetto gentiluomo, trasmette al pubblico un preciso messaggio, reso inappellabile dall’ultima scena dove Henry funge da sacerdote, induce l’uomo a conoscere a fondo se stesso e accettarsi per ciò che più intimamente si è, piaccia o meno al gusto corrente.
Fratta Giuseppe