Un paladino della giustizia protagonista del libro "Breve trattato sulle coincidenze"
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LAMEZIA TERME (CZ) 08 MAGGIO 2015 - Un postino solitario e malinconico, ossessionato dall’idea di dare un senso alla sua vita e a quella degli altri attraverso l’apertura e la lettura delle lettere dei suoi paesani, costituisce il nucleo fondante del libro di Domenico Dara “Breve trattato sulle coincidenze” presentato dal critico letterario Tommaso Cozzitorto nel corso di un incontro organizzato dal Circolo di Riunione di Lamezia Terme , presieduto da Felice Iannazzo, e dal Circolo del Cinema “M. Troisi”, diretto da Mario Vigliarolo.
È la prima opera di Domenico Dara, ambientata negli anni ’60 quando si compie il primo passo sulla luna, ed è anche il risultato di un lavoro di continue riscritture protrattesi per nove anni, ed arrivato come finalista alla XXVI edizione del “Premio Italo Calvino”, rivolto agli scrittori esordienti e trampolino di lancio di molti scrittori italiani che sono diventati famosi. Un Premio che è nato nell’85, all’indomani della morte di Italo Calvino, su iniziativa di un gruppo di ammiratori ed amici dello scrittore tra i quali figurano noti esponenti della cultura italiana come Norberto Bobbio, Natalia Ginzburg, Lalla Romano, Cesare Segre, Massimo Mila. [MORE]
Nato a Girifalco, in Calabria, dove è ambientato il romanzo e dove ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza, lo scrittore ha studiato a Pisa laureandosi con una tesi sulla poesia di Cesare Pavese. Attualmente vive e lavora da parecchi anni in Lombardia. Intorno al postino protagonista del romanzo, intento ad annotare, in forma di coincidenze, le epifanie del caso solitario, ruotano di volta in volta storie di uomini semplici e assidui osservatori delle leggi che animano il paese calabrese. Storie che si intrecciano con la vita del postino che apre, legge, ricopia le lettere prima di consegnarle imitandone perfettamente la grafia: lettere dai contenuti lieti, tristi, amorosi, drammatici di cui altera a volte i termini onde evitare ai destinatari sconforto, dolore, disperazione. Sono lettere che lo portano a scabrose conoscenze anche dei traffici loschi del sindaco che rischia di svilire la bellezza del paesaggio con la vendita del monte Covello per ricavarne una discarica. Lettere di ogni tipo che il postino riconosce senza aprirle: eleganti, posticce, scritte dietro un volantino di campagna elettorale, sull’ultima pagina strappata di un romanzo o sulla carta del pane ancora sporca di farina.
« È un’opera ben riuscita - ha commentato il critico Cozzitorto - che suscita tante emozioni, intessuta di termini dialettali che diventano un tutt’uno nel linguaggio d’insieme. È un romanzo filosofico, storico, psicologico costruito sulla quotidianità del paese del quale il lettore sente di essere parte integrante rivivendo le vicende dei tanti personaggi brillanti di semplicità e dignità». Illustrando le varie chiavi di lettura, il critico Cozzitorto ha messo in luce la naturalezza con la quale l’autore descrive situazioni ed immagini, fatti e personaggi di cui «il postino diventa artefice benefico del loro destino» dando una svolta decisiva alla loro vita. Nel corso dell’iniziativa la dottoressa Rosetta Falvo ha dato voce ad alcuni passi dell’opera contribuendo all’esplorazione del piccolo mondo in cui il postino diventa paladino della giustizia, cavaliere degli oppressi, un angelo che veglia sulla vita dei suoi paesani dando un senso al dolore cosmico e universale.
Foto da sinistra: Cozzitorto – Falvo – Iannazzo – Dara – Vigliarolo
Lina Latelli Nucifero