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Un mondo dove tutto va troppo veloce: intervista agli Alba Caduca
SOVERATO (CZ), 24 NOVEMBRE 2015 - Gli Alba Caduca sono un gruppo friulano attivo dalla metà degli anni 2000 che ha all'attivo tre dischi autoprodotti. A maggio hanno pubblicato Uomo Nuovo ed in questa intervista rispondono alle nostre curiosità.
Buona lettura!
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Chi sono gli Alba Caduca? Parlateci della storia del gruppo.
"Alba Caduca" è una storia abbastanza lunga, il progetto nasce negli anni duemila e senza tediarvi con gli inevitabili cambi di formazione diciamo che allo stato attuale siamo quattro ragazzotti ben cresciuti stabilmente precari che cercano di sbarcare il lunario come tutti. Chi alle prese con la famiglia, chi con stipendi arretrati da avere....insomma le classiche rock star! A parte gli scherzi, (ma neanche tanto) siamo persone con la passione mai sopita per la musa musica, facciamo quello che ci piace e cerchiamo di portare avanti questo nostro sogno. Nel nostro bagaglio ci sono quattro dischi autoprodotti e la cosa che ci piace di più è dare il massimo sul palco esibendoci in locali, club e festival; abbiamo diviso il palco con Modena City Ramblers, Motel Connection, Roberto Dell'Era (Afterhours) e Casablanca (ex Deasonika).
Cosa volete trasmettere all'ascoltatore con Uomo Nuovo?
Con Uomo Nuovo cerchiamo di trasmettere il senso di inadeguatezza dell’uomo nei confronti di questo mondo dove tutto va veloce, troppo veloce. Un uomo che non riesce a star dietro a questi ritmi, un uomo masticato dalla “modernità". Cerchiamo di portare l’ascoltatore dentro a delle piccole storie che messe assieme formano un quadro non troppo rassicurante della realtà odierna. Un senso di smarrimento che non trova alcuna certezza ma solo dubbi e fragilità.
L'album è caratterizzato da diverse sonorità e da una sincera ricerca stilistica, musicalmente da cosa siete ispirati?
Le ispirazioni sono molteplici, niente è escluso e non ci sono paletti stilistici da rispettare. Sicuramente le radici affondano negli anni 80 e 90: new wave, alternative, rock, italiani e non, ma poi gli ascolti si diramano verso vari generi e sonorità. I brani non son frutto di un unico autore, ma nascono da piccole idee che poi crescono in sala prove con il contributo di tutti.
Durante la composizione viene prima la musica o i testi? E da cosa traggono origine questi ultimi?
Si parte dalla musica, o da una melodia vocale. I testi a volte si trovano già nella musica, nel senso che nascono con essa e a volte invece si adagiano su questa. Quello che diciamo è ispirato dal mondo che ci circonda o da esperienze vissute. Storie, autobiografiche o meno, che raccontano quanto accade attorno a noi.
C'è una vostra canzone – o più – di cui vi siete pentiti? Viceversa, ce n'è una – o più – di cui avreste voluto essere gli autori?
Pentiti direi di no, semplicemente ci sono canzoni meno riuscite di altre. Per quanto riguarda l’altra metà della domanda indicare un brano in particolare è davvero un’impresa impossibile, per fortuna sono troppe le canzoni splendide che avremmo voluto scrivere.
Raccontateci qualcosa di più riguardo Buco di Pietra ed il suo videoclip.
Buco di Pietra è un tuffo claustrofobico in un mondo bianco, tecnologico e privo di contatti reali. Un perfetto ambiente asettico in cui l’unico scopo è apparire e tenersi al passo con il conformismo di massa. Comportamento che alla lunga porta alla perdita di identità e umanità. Come si può facilmente intuire è una critica verso l’abuso dei social, non una demonizzazione (anche noi li usiamo come tutti!), ma una presa di coscienza, un tentativo di capirne i meccanismi per potersi difendere. Molte novità del progresso sono una lama a doppio taglio, buco di pietra è uno sguardo oggettivo su questa sensazione.
Perché avete sempre scelto la via dell'autoproduzione?
Perché? Per forza! Ovviamente abbiamo provato e continuiamo a cercare appoggio da parte di etichette, booking, agenzie etc etc ma ben poche sono state le proposte “serie”. Nel frattempo che fare? Fermarsi o continuare per la propria strada? Bè siamo andati avanti con le nostre sole forze cercando di farci conoscere.
Quali album usciti nel 2015 vi hanno interessato maggiormente?
Questo 2015 non ci ha ancora stupiti…Teatro degli orrori sempre all’altezza, però speriamo in qualche bella sorpresa da qui alla fine dell’anno!
Siamo giunti ai saluti! Consigli ai lettori di GrooveOn tre dischi – o più – che per te sono fondamentali?
Difficilissimo consigliare solo tre dischi, quindi: Mantra (Ritmo tribale), The Josuha Tree (U2) e 17 re dei Litfiba.
Federico Laratta
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