Fantasticherie del cuore

Un maestro spirituale per operare anche nel deserto della vita

31 AGOSTO 2015 - L'uomo si ferma spesso dinnanzi al primo ostacolo. I suoi occhi di carne non vedono oltre, si oscurano, non riescono nemmeno ad essere occhi di fede, anche se potrebbero diventare, se veramente lo si volesse, occhi “divini”. L’esempio più incalzante è il miracolo della moltiplicazione dei pani in una zona desertica, dinnanzi ad una folla stanca e avvilita.  [MORE]

Gesù guarda la folla e ne ha compassione. Chiede ai discepoli di portargli i pochi pani e pesci a disposizione, per poi, ringraziato il Padre, farli distribuire agli oltre cinquemila persone presenti. Pietro, Giovanni, Matteo, Andrea, Giacomo e tutti gli altri, anche se vedono la folla stanca e affamata, non riescono a sintonizzarsi con lo sguardo divino del loro Signore. I loro occhi sono ancora semplicemente umani, si fermano prima del cielo!  

La distanza che separa Gesù dai discepoli è infinita, incolmabile. Si tratta di quella distanza che noi tutti abbiamo con il nostro Dio, nonostante i nostri proclami di fede e gli attestati di adesione alla tradizione cristiana. Da soli non potremo abolire mai questa distanza, anche perché il nostro cuore tende a chiudere ogni cosa nel recinto della vita terrena. Solo una distanza semplicemente umana, in qualche modo, potrebbe essere abolita! In quale modo? Crescendo, studiando, meditando, apprendendo, imparando cose che prima non si conoscevano. Gesù ha scelto come maestro il Padre suo e a Lui consegna tutta la sua vita. L’uomo di oggi è disponibile a fare la stessa cosa?

È pronto a guardare con gli occhi senza il limite umano? Vuole andare oltre, per guidare la sua comunità fuori dal deserto delle mille illusioni attuali? Ci sono però altre domande da porre! Perché di solito si rifiuta un maestro spirituale? O meglio, perché non lo si cerca?

In molti continuano a trovare le risposte solo tra le pieghe delle relazioni umane. Non sanno che rischiano di imbrigliarsi nel sistema di turno e diventare la rotella di un ingranaggio, che da tempo scricchiola ormai sempre di più. Avere il conforto di un Maestro spirituale significa invece essere liberi nelle scelte da fare. Non è un paradosso, ma è così! La vera libertà si può manifestare soltanto se si riesce a vedere ogni cosa secondo tutte le prospettive possibili e non partendo da ciò che gli altri vogliono che si debba vedere. Il risultato così sarà sempre falsato. Un Maestro non sceglie mai la soluzione, ma indica tutte le strade, anche quelle che gli altri hanno nascosto. Sarà ognuno ad attivare dentro di sé saggezza, fede, personalità, per agire di conseguenza.

Il deserto truccato che circonda la nostra esistenza va superato. In un deserto nulla si può fare. È il luogo nel quale tutte le aspirazioni degli uomini, prima o poi, crollano. Ma cosa bisogna fare allora per uscirne? Come oltrepassare la finta perfezione del mondo che ogni giorno ti aspetta con le sue infinite tentazioni?

È indispensabile imparare a conoscere l’altra vita, non quella umana, scontata, prevedibile, ma quella divina capace di accompagnarti nel cuore del mistero delle cose di Dio. Un strada che tutti dovrebbero percorrere, al di la del ruolo che si riveste nella società. Dinnanzi alla magnificenza del divino non esistono mostrine, gradi, scanni elevati o meno, esiste l’uomo. È chiaro che per apprendere, imparare, occorre un Buon Maestro. Serve che qualcuno ti mostri come si percorre questa via, non attraverso un insegnamento teorico, bensì pratico, per azione, fatto, storia compiuta sotto i propri occhi. La sua vita sarà lo specchio del suo insegnamento e potrà, se tu lo vorrai, aiutarti ad operare con successo anche nel deserto della vita che ti circonda.

 

Egidio Chiarella
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