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Un'esplosione silenziosa: intervista a Iacampo
SOVERATO (CZ), 30 OTTOBRE 2015 - La scorsa settimana è uscito Flores, il terzo album di Iacampo pubblicato da Urtovox e The Prisoner records. Questo disco ci è piaciuto molto ed abbiamo deciso di fare qualche domanda al cantautore veneto.
Buona lettura!
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Chi è Iacampo e perché scrive musica?
Sono nato il 17 Gennaio 1976 a Mestre, ho radici Venete e Molisane. Terrone del nord e del sud.
Scrivo musica perché mi piace.
Hai definito Flores "un'esplosione silenziosa", ma da cosa è stata provocata?
Esplosione silenziosa è un modo per parlare di quel momento in cui non si cresce più e si esplode, si fiorisce, forse si diventa adulti. Nulla di generato da chissà che evento, solo roba naturale.
Facendo un parallelo, cosa manca e cosa c'è di nuovo da Valetudo?
Flores è il diretto successore di Valetudo. Sono due dischi diversi, con organici diversi e registrati diversamente. Valetudo premiava la registrazione diretta, chitarra e voce, senza tagli.
Qui, nonostante l'effetto naturale c'è un lavoro di produzione, Leziero Rescigno ha lavorato molto bene sulle indicazioni di dove volevo andare. Il lavoro è stato complesso, lungo, ma inesorabile.
Ogni sperimentazione era in realtà ben ponderata. La visione era chiara.
La mia voce in flores è sicuramente più matura. Questo è forse l'aspetto essenziale che sento di sottolineare di più.
Nell'album c'è il prezioso contributo di diversi musicisti, quanto hanno influito per il risultato finale?
Molto, sono stati scelti per le loro caratteristiche. Da Leziero che ha curato oltre che la produzione anche tutto il beat del disco, a Enrico Milani, che mi segue come violoncellista dal tour precedente, da Paolo Lucchi, bella sorpresa al sassofono, in realtà è un produttore di tecno, a Daouda Diabatè un musicista e performer del Burkina Faso che ho incontrato a Genova e che ha registrato 3 tracce di ngoni, un antenato della Kora africana. E poi c'è stato sin dall'inizio Nicola Mestriner, mio partner nella preproduzione e che si è inserito ai sinth.
Il disco ha delle timbriche ben precise, tutte scelte, nulla di casuale.
Raccontaci cosa c'è dietro il videoclip di Pittore Elementare.
C'è un lavoro molto bello della regista Manuela Di Pisa, che da un po' voleva inserire la performance dentro un clip. Alla fine, solo alla fine ho capito che poteva essere la via giusta per il video. Ho suggerito il mio immaginario e abbiamo concordato alcune caratteristiche dei movimenti dei ballerini. Poi il resto, come per il disco ha fatto molto al magia degli incontri, dal coreografo Gaetano La Mantia, ai ballerini Alessandro Casioli e Francesca Bellone, all'idea di usare questa scenografia pazzesca della diga dell'invaso di Caccamo, Sicilia.
Sto lavorando molto bene con Manuela, ha una sensibilità particolare e un bell'occhio. Top.
Cosa ricordi con particolare piacere dai tuoi precedenti progetti, gli Elle e Goodmorningboy?
Non ricordo molto, se non le persone con cui ho condiviso tanti momenti. Il resto era tutto un working progress che non mi permetteva di godere nulla.
Cosa ti ha interessato delle ultime uscite discografiche italiane?
Non compro molti dischi italiani. Ti parlo invece di qualche bello spettacolo a cui ho assistito.
Giusto qualche giorno fa il concerto di Anna Garano mi ha fatto molto bene. E' una chitarrista friulana, mi ha colpito molto il suo stile chitarristico sospeso tra classico e folk e con qui e li dei bending che ricordavano il blues, messi al posto giusto.
Grande personalità.
Poi c'è stato un live di tre canzoni di Paletti, chitarra e voce, che mi ha veramente emozionato.
Ha veramente la musica. Forte. Mi piace la gente che suona, che lavora col suono e con la scrittura.
È giunto il momento di salutare i lettori di GrooveOn consigliandogli tre – anche più – album che, secondo te, è importate conoscere.
Ti risponderei ogni giorno in maniera diversa, oggi la mia playlist di album è:
Shaft – Isaak Hayes
Mbalimaou – Boubacar Traorè
Tetsuo & Youth – Lupe Fiasco
Paolo Conte – Parole d'amore scritte a macchina
Dj Koze – Amygdala
Federico Laratta
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