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Un esordio tra registrazioni di strada e suoni del quotidiano: intervista a Carolina da Siena
VITERBO, 6 FEBBRAIO 2015 - Carolina da Siena debutta, dopo l'EP Nugae, con un disco cantautorale sperimentale registrato fuori da uno studio con strumenti a volte non convenzionali. Klotho è stato pubblicato il 20 gennaio da Piccola Bottega Popolare e distribuito da Audioglobe/The Orchard. Qui di seguito, la cantautrice, risponde ad alcune nostre curiosità.
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Come si arriva a scegliere una carriera da solista dopo aver militato in diverse band?
È stata più che altro una sfida con me stessa. Avevo da tempo scritto alcuni brani ma sono ''uscita allo scoperto'' nel momento in cui ho finalmente realizzato che avrei potuto anche cantarli accompagnandomi con la sola chitarra acustica. E così ho fatto, sono letteralmente uscita dalla mia stanza e cominciato con i primi piccoli concorsi e concertini nella zona, a muovere quindi i primi passetti.
Nella fase iniziale di questa fase cantautorale hai ricevuto diversi riconoscimenti e premi, come hanno influito sulla tua crescita artistica?
Ammetto, mi son serviti parecchio, soprattutto perché nel tempo ho avuto modo di confrontarmi con tantissime realà diverse, una miriade di artisti, musicisti, situazioni belle e brutte, e tutto ha contribuito a farmi crescere sia sul palco, sia dentro.
Il tuo primo EP Nugae è stato autoprodotto registrato in analogico con strumenti acustici, raccontaci come sono andate queste prime registrazioni.
Tempo fa avevo necessità di incidere alcuni provini per, appunto, diffonderli e quindi, scelti i brani, mi sono rivolta ad un amico (Fabio Larizza) che lavora in uno studio tutto suo, tra mille macchinari e marchingegni di altri tempi, per registrarli. È stata una bella esperienza, un mio primo esperimento, perché già da allora la mia idea era quella di far ''suonare il quotidiano''. Infatti per l'occasione la batterista ha suonato utilizzando secchi di plastica per percussioni e cose del genere, per rendere meglio l'idea.
Invece con Klotho sei stata accompagnata da un bassista ed un batterista, com'è nata questa scelta e com'è stato confrontarsi in studio con una realtà diversa?
Alessio Ciocia al basso e Valeria Agrimi alla batteria avevano già suonato con me nella registrazione di Nugae (la demo/ep) e sempre loro hanno registrato il nuovo album con me. Anche in questo caso il tutto è stato una sorta di esperimento, poiché non siamo mai entrati in studio durante le registrazioni. L'intero Klotho si può definire un album ''di strada'', dato che l'idea era quella di andare a prendere i suoni dalla realtà, cioè dai luoghi migliori in cui potessero essere generati (faccio un esempio, le voci reverberate sono state registrate in una sala da ballo, oppure una delle tracce è stata registrata nella mia automobile). Anche in questo caso, è stata una bellissima esperienza, che mi piace definire un bel viaggio.
Come e quanto ha influito la produzione artistica di Jacopo Andreini?
La collaborazione con il musicista Jacopo Andreini è stata fondamentale. È stato grazie a lui e al suo ''studio di registrazione mobile'', alle sue trovate e alla sua preparazione, se l'idea che avevo per Klotho ha potuto prendere realmente vita. Jacopo è una fucina di idee a gli piace sperimentare e soprattutto ha l'abilità di riuscire a fondere mondi diversissimi tra loro, trovarne il punto d'incontro e farli suonare bene. Ho imparato tantissimo durante la lavorazione dell'album.
Le narrazioni, i suoni e gli ambienti della vita quotidiana sono l'essenza di questo tuo album d'esordio ma come nasce la volontà di parlare del proprio quotidiano?
Mi piace scattare fotografie in musica. In genere scrivo i pezzi in maniera molto spontanea e quando sento il bisogno di sfogarmi, mi piace prendere appunti sulla realtà. Ne faccio parte, poi vorrei non essere qui, poi ci penso un attimo, continuo ad osservare. Ascolto. Diciamo pure che scrivo di ciò che capita e che mi capita.
Saluti i lettori di GrooveOn consigliandogli tre dischi da ascoltare?
Saluto tutti voi che avete letto, e vi ringrazio! Ringrazio i ragazzi di GrooveOn per l'intervista, è stato un piacere! E a voi tutti vorrei consigliare una valanga di album ma mi limiterò a tre, altrimenti non la finirei più! E quindi andrei con ''Surfer Rosa'' dei Pixies, ''Elliott Smith'' di Elliott Smith e ''GI'' (Germs Incognito) dei The Germs. Alla prossima!
Federico Laratta
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