Cultura e Spettacolo
Un concerto in omaggio alla Beata Vergine Maria e a Santa Lucia a Lamezia
LAMEZIA TERME (CZ)17 DICEMBRE - Spiritualità e musica hanno caratterizzato il concerto tenuto dalle Ancillae Domini nella Chiesa di Santa Lucia di Lamezia Teme su invito del parroco don Vittorio Dattilo al fine di animare la novena dedicata alla santa dopo il restauro della sua statua tornata a splendere nella sua antica bellezza. Il concerto si è tramutato in una meditazione cantata e imperniata sul canto gregoriano, inestimabile tesoro della musica sacra, espressione millenaria di trasmissione di fede e consono ad omaggiare egregiamente la Beata Vergine Maria e Santa Lucia, entrambe evocate nel periodo dell’Avvento e ricordate nella Divina Commedia da Dante Alighieri nei versi in cui entrambe esortano Virgilio a soccorrere il poeta smarrito.
Le Ancillae Domini, Maria Gabriella De Capitani, Enza Mirabelli, Maria Sabrina Funaro, Armida Nicotera, Angela Scalise, dirette dal maestro Licia Di Salvo, da un ventennio sono presenti sul territorio regionale e nazionale grazie al loro costante impegno e studio sulle fonti manoscritte da cui attingono melodie gregoriane eseguendole sia durante solenni cerimonie e sia durante conferenze e dibattiti culturali. In ogni occasione le Ancillae brillano per le loro proposte basate sulla storia della salvezza al femminile, sul fiat, sulla forza delle fede che si sprigiona ogni volta dai loro canti tratti da un repertorio che spazia tra Oriente ed Oriente testimoniando il culto antichissimo di Maria presente nella tradizione greco-bizantina e romana.
E anche in questa circostanza le Ancillae hanno espresso l’eccellenza della loro attività musicale volta alla ricerca continua della bellezza che scaturisce dal più antico canto cristiano che avvia lo spirito al silenzio e alla contemplazione del mistero divino. «Il canto gregoriano - ha spiegato Licia Di Salvo – è il canto proprio della liturgia romana, ma è anche il canto dell’innamorato che esprime la gioia di sentirsi amato e di riamare con l’unico strumento umano che possiede cioè la voce. Ecco perché non utilizza altri strumenti, ma docilmente si piega alla parola, si sottomette al testo, si pone al servizio della liturgia». Da qui l’esigenza di «mettersi in ascolto in una dimensione che è altro da sé e dal contingente» ha affermato don Vittorio Dattilo a conclusione dell’evento ricordando ai presenti che il canto è preghiera che tempra e fortifica lo spirito.
Foto: Ancillae Domini
Lina Latelli Nucifero