Economia

Ue:"Fiat restituisca almeno 20 milioni al Lussemburgo"

LUSSEMBURGO, 21 OTTOBRE 2015 - La Commissione europea, dopo 15 mesi di indagini, ha stabilito che Fiat dovrà restituire al Lussemburgo almeno 20 milioni di euro. La filiale lussemburghese del gruppo automobilistico, Fiat Finance and Trade, avrebbe goduto di un trattamento fiscale privilegiato con «una riduzione indebita dell'onere fiscale per almeno 20-30 milioni dal 2012 ad oggi». [MORE]

In una nota diffusa ieri, Fca si difendeva così: «Fcf, la controllata di Fca in Lussemburgo non ha mai perseguito deroghe alle norme generali attraverso esenzioni o facilitazioni non generalmente accessibili nel sistema fiscale lussemburghese». Oggi, attraverso un portavoce, il gruppo automobilistico ha ribadito di non avere ricevuto «alcun aiuto di Stato in Lussemburgo».

Intanto il governo del Lussemburgo ha fatto sapere di non condividere il parere della Commissione e «si riserva ogni diritto». Per l'esecutivo, «la Commissione non dimostra l'esistenza di un vantaggio selettivo concesso a Fiat Finance and Trade nell'ambito del quadro giuridico nazionale» e «ritiene di non aver concesso a Fiat Finance and Trade un aiuto di stato incompatibile con il mercato interno».

Anche il ministro delle finanze lussemburghese, Pierre Gramegna, intervenuto con un tweet sulla questione, ha detto che il suo Paese «disapprova le conclusioni della Commissione europea».

La commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager ha, invece, spiegato che i «"tax rulings" fra filiali di società multinazionali e autorità di uno Stato, allo scopo di ridurre artificiosamente l'onere fiscale di una società, non sono conformi alle norme Ue sugli aiuti di Stato». «Spero che – ha proseguito- le decisioni di oggi facciano passare questo messaggio negli Stati, a livello di governi e imprese. Tutte le imprese, grandi o piccole, multinazionali o non, devono pagare la loro giusta quota di tasse». Con questi accordi privilegiati, ha concluso, le filiali «non pagano quasi nessuna tassa sui profitti e spalmano questo beneficio su tutte le altre società del gruppo senza che questo sia economicamente giustificato».

Secondo la Commissione «poiché le attività di Fiat Finance and Trade sono comparabili a quelle di una banca, i suoi utili imponibili si possono determinare, come per le banche, calcolando il rendimento del capitale impiegato dall'impresa per le attività di finanziamento. Ma il ruling fiscale in questione avalla una metodologia artificiosa ed estremamente complessa che non è appropriata per calcolare utili imponibili che riflettano le condizioni di mercato». La riduzione fiscale si basava su «una serie di ipotesi e di adeguamenti al ribasso ingiustificabili dal punto di vista economico, che rendevano la base di capitale stimata ai fini del ruling decisamente inferiore al capitale effettivo della società». Inoltre, per la Commissione «la remunerazione stimata applicata a un capitale già molto ridimensionato è anch'essa decisamente inferiore rispetto ai tassi di mercato. Se si fossero applicate stime per il capitale e la remunerazione conformi alle condizioni di mercato, gli utili imponibili dichiarati in Lussemburgo sarebbero stati 20 volte maggiori».

[foto: motorionline.com]

Antonella Sica