Estero

Ue, le parole di Donald Tusk e i problemi dell'Europa

LA VALLETTA, 31 GENNAIO - L’avvento di Donald Trump preoccupa e non poco i vertici europei, in vista delle sfide future e delle problematiche comunitarie (e non). Ne sono un segnale le preoccupate dichiarazioni di Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, pronto a mettere in guardia l’Europa rispetto ad un divenire tutt’altro che in discesa.[MORE]

Il monito di Tusk è quello di ricompattare complessivamente la forza e gli sforzi europei, per evitare una disgregazione che indebolirebbe ulteriormente il peso degli stati membri rispetto all’ascesa del tycoon e alla crescente forza della Russia di Vladimir Putin. Il momento è delicato e potrebbe riservare grandi sorprese, a cominciare dal possibile contestuale voto in Francia, Germania e Italia (in caso di voto anticipato rispetto al naturale termine della legislatura).

Come risponderà dunque l’Europa? I problemi sono molteplici e complessi, come del resto sottolineato dallo stesso Tusk: il messaggio del presidente del Consiglio europeo anticipa così l’incontro di venerdì a La Valletta, dove si riuniranno tutti i paesi membri.

Nella lettera ai capi di stato e di governo, Tusk delinea il punto cardine della questione: «Una Cina assertiva, una politica russa aggressiva verso l’Ucraina e i suoi vicini, guerre, terrore e anarchia nel Medio Oriente e in Africa con il ruolo preponderante dell’Islam radicale e le preoccupanti dichiarazioni della nuova amministrazione americana rendono il nostro futuro altamente imprevedibile».

Non a caso, il vertice europeo si concentrerà principalmente sul tema libico, sul fenomeno sempre difficoltoso dei migranti e sui rapporti Usa-Ue dopo la fine dell’era Obama: «Il cambiamento a Washington mette l’Unione Europea in una situazione difficile: con la nuova amministrazione sembrano messi in causa gli ultimi 70 anni di politica estera americana» ha scritto Tusk.

Perciò le sfide attuali vengono definite «le più pericolose di sempre». Il motto risulta essere piuttosto chiaro: uniti si vince, divisi si perde. Il timore è quello di rimanere schiacciati tra le due superpotenze storiche, e subire inoltre l’avvento di grandi economie come la Cina. Scottano inoltre le future decisioni da intraprendere rispetto ai rapporti con Trump: il tycoon non è evidentemente convinto del progetto europeo. Anzi, una delle spiegazioni rivolte dal presidente americano ai media, a seguito del provvedimento contro i migranti di 7 paesi a maggioranza islamica, si era di fatto concentrata sui problemi europei e sul fallimento registrato nella gestione del fenomeno stesso.

 

foto da: infooggi.it

Cosimo Cataleta