Estero
UE: Immigrazione e Brexit sul tavolo delle trattative del vertice di Salisburgo
SALISBURGO, 20 SETTEMBRE - Nella serata di ieri 19 settembre è stato dato l’avvio ad una serie di incontri tra i Capi di Stato europei a Salisburgo, in Austria, il paese che detiene al momento la presidenza dell'Unione europea. [MORE]
“Bisogna metter fine al gioco delle colpe sull'immigrazione. Non possiamo più essere divisi fra coloro che vogliono risolvere il problema e coloro che vogliono usarlo per un guadagno politico" - ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, poche ore prima dell'arrivo dei leader, sottolineando anche che - "nonostante la retorica aggressiva, le cose vanno nella direzione giusta.
Si tratta di un vertice informale del Consiglio Europeo che durerà 48 ore. Le discussioni si sono svolte sullo sfondo delle tensioni migratorie e sulle tortuose trattative riguardanti la Brexit.
Un’agenda impegnativa che dovrebbe tuttavia consentire di progredire su questi temi prima dello svolgimento dei prossimi tre vertici ufficiali del Consiglio Europeo che dovrebbero avere inizio da metà ottobre.
La politica migratoria europea, è l’empasse che divide sempre di più i partecipanti al vertice.
Il meccanismo di assegnazione dei contingenti è stato congelato per mesi, la riforma di Dublino è in stallo dal momento dell'emergere di governi molto ostili per l'immigrazione verso l'Europa, i principi di solidarietà sono indeboliti.
L'Italia non consente più alle navi umanitarie di sbarcare i migranti, l'Ungheria rifiuta di accettare nuovi rifugiati e l'Austria ha rafforzato le sue norme legislative sull'asilo.
Parigi e Berlino non hanno alcuna intenzione di rinunciare al "principio di solidarietà" tra i paesi europei, un principio in base al quale tutti gli stati membri, hanno il dovere di partecipare allo sforzo collettivo in materia di immigrazione e asilo.
Le alte sfere dell'Eliseo, iniziamo a considerare possibili compromessi, che potrebbero essere discussi a Salisburgo. Ad esempio, la non esistenza di un requisito formale per un paese di ospitare rifugiati; se in cambio dare un maggiore contributo all'agenzia Frontex oppure, se finanziare programmi in Africa.
In discussione anche il possibile rafforzamento di Frontex, l'Agenzia europea delle guardie di frontiera. La commissione ha proposto di aumentare la loro forza lavoro a 10.000 unità entro il 2020 per controllare meglio i flussi migratori alle frontiere europee.
L'Ungheria da parte sua, ha espresso una forte opposizione a questa misura. Secondo il suo primo ministro Viktor Orban, ciò violerebbe la sovranità della repubblica magiara.
Anche la Grecia, la Spagna e l'Italia sarebbero riluttanti, hanno deplorato il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, che sostiene questa idea, insieme alla Francia.
L’altro acceso dibattito al centro del summit, è stato quello relativo la Brexit.
L'UE e il Regno Unito hanno evidenziato gli sforzi da compiere nell'ultimo tratto dei negoziati Brexit per rimuovere lo spettro di un divorzio senza un accordo.
Theresa May ha avuto solo pochi minuti durante la cena di Salisburgo per difendere il suo piano di uscita dall'UE. Da qui il suo messaggio conciso che brandisce le sue posizioni con la minaccia di un « no deal », in assenza di un accordo sulla ‘Brexit’ in caso di rifiuto del suo piano da parte dell’UE.
Luigi Palumbo
Fonte immagine: EURACTIV.de