Ue: entro il 2012 l'Italia dovrà alzare l'età pensionabile delle donne
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ROMA- Ieri Maurizio Sacconi, Ministero del Lavoro, ha partecipato a Bruxelles ad un incontro per discutere dell’innalzamento dell’età pensionabile per le donne che occupano un posto nel pubblico impiego. Purtroppo però non è stato possibile trovare un accordo tra il tempo limite stabilito dalla Commissione europea, che prevede l’adattamento entro il 2012, e la scelta del Governo italiano che aveva promesso di equipararsi all’Europa entro il 2018, per garantire al passaggio di essere graduale e senza traumi. [MORE]
Entro e non oltre il primo gennaio 2012 l’Italia dovrà essersi messa in riga e dovrà aver alzato l’età per il pensionamento delle dipendenti pubbliche da 60 a 65 anni. Non è possibile opporsi alla Corte di Bruxelles poiché questo comporterebbe sanzioni salatissime: sono state calcolate multe giornaliere di 11.904 euro fino a 714.000 euro.
Se l’Italia oggi stesso ponesse fine all’infrazione per essersi rifiutata nel 2005 di adeguarsi all’Unione europea, pagherebbe oltre 19.000.000 di euro.
Il commissario Viviane Reding dichiara: “L'Italia ha avuto 20 anni per rispettare il diritto comunitario in fatto di parità retributiva tra uomini e donne, ora va messo ordine nel sistema. Con la sentenza del 2008 la Corte aveva intimato all'Italia di procedere all'equiparazione subito. Io ho chiesto di darle tempo fino al 1° gennaio 2012, mi sembra ragionevole.”
Giovedì Sacconi incontrerà il Consiglio dei ministri ed è lì che scatterà la decisione definitiva.
Ad oggi sono 1.800.000 le donne occupate in impieghi pubblici, sarebbero il 55% dei dipendenti statali, con età media che si aggira intorno ai 48 anni.