Estero
UE: crescita Italia dell'1,5%, ma resta ultima in Europa
BRUXELLES. 3 MAGGIO – La Commissione Europea prevede una crescita per l’Italia nel 2018 dell’1,5%, ma secondo le previsioni di primavera è destinata a diminuire all’1,2% nel 2019. Le stime prevedono dunque una crescita per il nostro Paese, sebbene l’Italia sia nelle previsioni del biennio il paese europeo che registrerà il tasso di crescita inferiore insieme al Regno Unito. Prime posizioni invece per Malta (5,8% e 5,1%) ed Irlanda (5,7% e 4,1%).
La Commissione Europea ammonisce l’Italia di non prolungare troppo l’incertezza di un esecutivo, in quanto ci potrebbero essere riflessi negativi sul mercato e sulla ripresa economica. "L'incertezza sulle politiche è diventata più pronunciata e, se prolungata, potrebbe rendere i mercati più volatili e intaccare il sentimento economico e i premi di rischio. - aggiunge in una nota la Commissione – I rischi per le prospettive di crescita sono diventati più inclinati verso il basso".[MORE]
La crescita però potrebbe essere ostacolata da alcuni fattori, quali la volatilità dei mercati finanziari e il protezionismo, che “rappresenta un rischio evidente per le prospettive economiche mondiale con la zona euro particolarmente vulnerabile” . “Il rischio più grande che pesa su queste previsioni ottimiste è il protezionismo, che non deve diventare la nuova normalità perché non farebbe altro che nuocere ai nostri cittadini”, ha detto il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici. Lo stesso Moscovici è intervenuto sulla situazione italiana affermando che gli sforzi strutturali per la correzione dei conti nel 2018 sono stati “pari a zero”.
L’Europa invita quindi l’Italia a risolvere due problemi: la formazione di un governo e il risanamento dei conti. Quest’ultimo argomento sarà da affrontare proprio con il nuovo esecutivo: arriverà la richiesta da parte dell’UE di una correzione strutturale del deficit di 5 miliardi, lo 0,3 del PIL. Il disavanzo al netto degli effetti del ciclo economico e delle misure una tantum calcolato come percentuale del Pil potenziale, secondo la Commissione è pari all'1,7% del Prodotto nel 2017 (in peggioramento di 0,3% rispetto al 2016), nel 2018 resterà all'1,7% e nel 2019 peggiorerà di 0,3 punti percentuali portandosi al 2%.
Altri dati rassicuranti su una crescita europea vengono sempre dalla previsione di primavera della Commissione Europea, la quale afferma che “la disoccupazione è ora attorno ai livelli pre-crisi”, in calo nel 2018 all’8,4% dal 9,1% del 2017 per raggiungere il 7,9% nel 2019, con “il numero di occupati nell’eurozona al picco più alto dall’introduzione dell’euro”. Inoltre il documento sottolinea come per la prima volta nella storia tutti i Paesi Ue rispettano il tetto del 3% di indebitamento.
Federico De Simone
fonte immagine: euroconsulting.be