Politica
Ue: Conte, noi puniti da regole irragionevoli
ROMA, 21 GIUGNO - Il premier Giuseppe Conte, in tre interviste a Repubblica, alla Stampa, al Messaggero e al Mattino, denuncia il rischio che la Commissione giudichi la procedura d'infrazione all'Italia seguendo una interpretazione delle regole "irragionevole", anzi, peggio, "punitiva" ed esprime il timore di una bocciatura finale: "È una situazione molto, molto complicata".
La sua, spiega, "non è rigidità. Ho il dovere di chiedere la flessibilità per difendere il mio Paese. Salvando però sempre alcune coordinate concettuali ben chiare. Riteniamo di avere i conti in ordine, siamo sicuri delle nostre ragioni e non siamo disponibili a inseguire delle stime che non rispondono alla realtà". "Noi - assicura - conosciamo i conti e conosciamo i flussi di cassa. Mercoledì vareremo l'assestamento che certificherà questi flussi". "Una cosa sono le regole - continua - , un'altra i numeri. Io sto contestando le loro stime di crescita e sto fornendo una certificazione delle mie stime attraverso l'assestamento. Per quanto riguarda le regole ho aperto una discussione con la mia lettera che è politica. In una famiglia si discute, che dite?".
Sulla possibilità che Roma abbia sottovalutato la commissione in scadenza, il premier commenta: "E' una considerazione ambivalente. Non è detto che una commissione che sta andando via abbia una interpretazione delle regole meno rigorosa. Anzi". E sull'ipotesi che Bruxelles stia facendo pagare all'Italia le frasi di Di Maio e di Salvini osserva: "Sarebbe grave. Perché se si dice che si applicano le regole e poi ci si irrigidisce per frasi o atteggiamenti vuole dire che le regole si applicano per reazioni emotive e punitive. E non va bene".