Cultura e Spettacolo
'U Figghju & Colacino, musica, poesia e tante risate
Catanzaro, 24 Ottobre - Ridere fa bene alla salute, fisica e mentale. É stato dimostrato nelle migliori università scientifiche del mondo. Non costa nulla ed è la via più semplice e immediata per il benessere. Forse è per questo motivo che, mentre il buio scende ad abbracciare la città, noi ci dirigiamo verso il Teatro Comunale alla ricerca di quella combinazione di umorismo e divertimento tanto cara a Patch Adams. Questa sera abbiamo voglia di ridere, non chiediamo altro.
Giungiamo fra i primi e, coccolati dal servizio di accoglienza, prendiamo posto e ci godiamo lo spettacolo del lento riempirsi di tutte le centinaia di poltrone. Compresi i palchetti. È la seconda sera consecutiva che accade. In altri tempi non ci avremmo fatto caso, questo era definito il “Teatro Sold Out”. Oggi ci fa quasi impressione. Non siamo più abituati a vedere le persone stare gomito a gomito. Ad avere qualcuno che ci siede accanto. Quasi ci commuoviamo. Non possiamo toglierci le mascherine, ci viene ricordato più volte, ma è già un gran dono poter riempire i posti al 100%. Del valore di persone e cose ce ne accorgiamo, purtroppo, soltanto quando ci mancano.
Sul grande sipario blu vi è proiettato il titolo dell’opera: ‘U figghju & Colacino”. Uno spettacolo messo in scena da Enzo Colacino e suo figlio Ivan.
Enzo lo conosciamo da più di trentacinque anni, da quando formava sul palcoscenico una formidabile coppia con il grande attore, regista e autore Nino Gemelli. Di Ivan, lo ammettiamo, abbiamo una conoscenza più superficiale, dovuta soprattutto al grande successo che sta ottenendo negli ultimi tempi sui social con esilaranti sketch satirici. Eppure è un musicista e cantante che si è esibito a San Siro davanti a quarantamila spettatori. Ha fatto tante cose, ma a Catanzaro rimane “’U figghju e Colacino”, il figlio di Colacino. Lui ci scherza su e ne fa addirittura uno spettacolo.
La sorpresa è grande. Chiediamo soltanto di ridere e lo otteniamo, e come se lo otteniamo. Quasi tre ore di risate. Da quando non avveniva? Ci aspettiamo, però, solo cabaret impertinente e invece veniamo travolti da tanta musica, poesia e teatro.
Vorremmo raccontarvi tutto ma non possiamo, per rispetto a chi ancora deve andare a vederlo. Cerchiamo di trasmettervi le emozioni senza spoilerare troppo (di questo termine, spoilerare, Enzo non ne sarà contento).
Musica, dall’entrata in scena al finale è il filo conduttore. Grazie ai bravi musicisti Gino Altilia alla chitarra, Francesco Silipo alla tastiera, Ismaele Rocca alla batteria e Filippo Scicchitano al basso, Ivan ha potuto mettere in evidenza le sue doti canore e anche Enzo si è cimentato.
Ivan ha cantato simpatiche parodie di canzoni, in altre ha imitato i cantanti più famosi, su richiesta del pubblico, altre ancora proprie ed è stato strepitoso nel finale cantando Rino Gaetano, in maniera fedele ma originale, senza cadere nell’errore di copiare. Le canzoni di Enzo, inutile dirlo, esilaranti. A metà dell’opera c’è spazio per un’esibizione del gruppo “4° Brix” (4 gradi Brix), che Ivan ha definito patrimonio di Catanzaro: Davide Lamanna (Voce e sax), Patrizio Spanò (chitarra), Ivan Rivalta (basso), Marco Parentela(tastiera), Enzo Nisticò (batteria).
Poesia, entrambi hanno recitato versi di produzione propria, ma c’è stato un momento di commozione quando Enzo ha voluto omaggiare un suo amico poeta oggi in difficoltà, Mario Martino, subito sopraffatta dalle grandi risate che è riuscito a suscitare con la sua interpretazione.
Cabaret, strepitosi. Teatro vero e proprio sotto forma di ritratto della società catanzarese. E se questo ritratto è vero oltre che ridere dovrebbe farci reagire. Quello che ne viene fuori è che siamo, noi catanzaresi, prendendo in prestito parole che furono di Flaiano, “una società che preferisce parlare delle cose piuttosto che farle, ama più il problema che la soluzione”. Satira di qualità in cui colgono vizi e virtù del catanzarese medio spaziando dalla Pandemia, alle recenti elezioni, traffico, parcheggi, il porto, come sfruttare le potenzialità del quartiere Lido, modi di chiamare le vie, mancanza dell’acqua, il Catanzaro, indovinelli, ma ciò che fa ridere con le lacrime sono le barzellette di Enzo.
Questo e tanto altro in quasi tre ore di spettacolo, culminato con una lunga standing ovation, che ci parla del nostro tempo, mai volgare, i cui risultati benefici sono ancora visibili all’uscita, quando ci riversiamo sul corso in centinaia tutti sorridenti e felici.
Stasera si replica alle 19:00, un altro sold out meritato da questa coppia ben assortita che mette in scena un’opera curata nel dettaglio in cui si integrano alla perfezione. Chiudiamo, quindi, dicendo di aver appena assistito ad un’opera di Ivan Colacino e suo padre Enzo. Crediamo se lo sia meritato sul campo, anzi sul palco.
Saverio Fontana