Tutto è interessante, tutto è fertile: intervista ai Masai
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
SOVERATO (CZ), 10 MARZO 2016 - I Masai si formano per caso a Torino nel 2013. Sono in tre, non più giovanissimi, decidono di non scrivere testi originali, ma di estrapolare e riadattare contenuti di trattati, interviste, dialoghi di film che perfettamente rappresentano lo spirito del trio. A febbraio esce il primo full-length album, intitolato “Le quarte volte” e noi gli abbiamo chiesto qualcosa in più a riguardo,
Buona lettura!
[MORE]
Come nascono i Masai e cosa significa il vostro nome?
Due anni fa, dopo una prova insieme post lavoro. Ne uscimmo con un pezzo, poi fra una birra e un'altra spuntò il nome. Il perché non se lo ricorda nessuno.
Musicalmente da cosa trae nutrimento il sound dei Masai?
Se per nutrimento intendi le influenze sono molteplici, tutti e tre abbiamo gusti molto diversi, Pippo è un invasato di porno-gore, Oscar più wave, Stefano più funk, penso che il sound sia un incrocio di questi tre, più il terreno comune.
Spiegateci il titolo del vostro album d'esordio, Le quarte volte.
E’ una citazione estrapolata da un’intervista a 2 sposini Pugliesi che intendono fare una crociera, visitando Milano e la Svizzera, “Le quarte volte” è il frammento in italiano sgrammaticato pronunciato dai 2 che abbiamo trovato più simbolico e vicino all’immaginario del disco.
L’alternativa era “Andare, ho visto”, sempre presa da lì.
Come nascono i vostri testi?
Stralci di libri di fantascienza, trattati filosofici, interviste, conversazioni con amici, sceneggiature.
Prendiamo da tutto. C’è un filo che unisce i testi, i temi trattati, una critica al pensiero pigro.
Una band giovanissima – come la vostra – con quali ambizioni, oggi, si affaccia nel mondo musicale?
La band è giovane, noi non tantissimo. L’ambizione è quella di suonare, comporre, suonare.
A livello nazionale vi ha interessato qualche recente uscita discografica?
Oscar: non proprio recente, Aspettando i barbari dei Massimo Volume, e ho trovato interessanti i giovanissimi (loro si) The Yellow Traffic Light .
Stefano: sono un fan degli ASINO.
Pippo: No.
Volete salutare i lettori di GrooveOn con tre – anche più – album che considerate fondamentali?
Oscar: Sailing the seas of cheese dei Primus, più recente Siberia dei Polvo. Classici classici evito di citarne.
Stefano: PURPLE ONION - Les Claypool FROG BRIGADE, solo perché Sailing the seas of cheese lo ha già detto Oscar.
Pippo: Above, Mad Season.
Federico Laratta
Puoi seguire InfoOggi GrooveOn anche su Facebook e su Twitter!