Estero

Turchia, visita di Hollande a supporto dell'adesione all'UE

 ISTANBUL, 28 GENNAIO 2014 – Il presidente francese Francois Hollande ha espresso la sua convinzione che l'Unione Europea può aiutare la Turchia nella sua fase di trasformazione, per il processo di adesione in corso, e ha sottolineato che la Francia farà di tutto per non ostacolare le negoziazioni. Le sue osservazioni lasciano dunque intendere che la Francia ha rimosso il blocco dei quattro punti negoziali, legati alla separazione dei poteri, i diritti fondamentali, lo stato di diritto e la magistratura, argomenti caldi in fase di discussione anche nella politica interna turca. Hollande si è così espresso in una conferenza stampa congiunta con il presidente della Repubblica turca Abdullah Gul, nella giornata di ieri, lunedì 27 gennaio.

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Hollande è giunto in mattinata ad Ankara con una folta delegazione di ministri e giornalisti, e ha incontrato entrambi il presidente Gul e il primo ministro Erdogan. In programma c'è anche un incontro con Kemal Kilicdaroglu, il leader del principale partito di opposizione – il CHP. Hollande ha anche aggiunto che in Francia ci sarà un referendum riguardo la piena adesione della Turchia all'Unione Europea, cercando di velare lo scetticismo che da tempo serpeggia in Francia riguardo la candidatura di Ankara. Da parte sua, il presidente Gul si è espresso fiducioso riguardo la negoziazione, nella speranza che non si verifichi un blocco politico.

La visita di Hollande ha anche aperto le porte ad accordi di altra natura, specie per quanto riguarda l'energia nucleare e le infrastrutture, le rinnovabili e l'agricoltura. Si è poi discusso anche della crisi siriana, e si è giunti anche alla spinosa questione del genocidio armeno. In Francia, qualche anno fa, è stata promulgata una legge che punisce chiunque neghi il genocidio, legge che i turchi non presero a cuor leggero. Nell'incontro di ieri, il presidente Gul ha invece espresso la volontà di ridiscutere i fatti del 1915 con il supporto di terzi, così come la Francia ebbe bisogno di un lavoro congiunto nel caso franco-algerino.

Foto: hurriyetdailynews.com

Dino Buonaiuto (corrispondente dalla Turchia)