Estero

Turchia, una nuova legge criminalizza le proteste in maniera preventiva

ISTANBUL, 4 NOVEMBRE 2013 - La polizia turca è in grado adesso di arrestare o sottoporre a fermo persone sospettate di essere “a rischio di condurre una protesta”, saltando il lato giuridico degli ordini da parte del tribunale e senza controllo di alcun tipo. Nello specifico, la polizia è legalmente autorizzata a monitorare i “gruppi a rischio”, e arrestarne i membri per un periodo massimo di 24 ore, se le autorità ritengono che essi “possano organizzare una protesta”.

Lo stesso regolamento prevede l’inasprimento delle pene per la resistenza a pubblico ufficiale, e per chi danneggia la proprietà pubblica.

Tutto ciò nonostante le aspre critiche mosse al governo turco da più fronti internazionali, riguardo le misure di repressione adottate dalla polizia per tutta l’estate scorsa, contro la dilagante protesta pro-democratica, diffusa a macchia d’olio per tutto il territorio nazionale, e in un paese che vanta il secondo posto per polizia pro-capite.

L’ampliamento delle competenze della polizia incarnato nella legge ha sollevato non poche preoccupazioni. “Questa legge è spaventosa e incostituzionale”, ha dichiarato Ümit Kocasakal, presidente dell’ordine degli avvocati di Istanbul, “conosciamo già gli abusi della polizia, con questo nuovo regolamento si tagliano fuori giudici e pubblici ministeri, per consegnare lo stato di diritto alla polizia. In questo modo la polizia avrà pari poteri di un procuratore capo. Si stanno mettendo le basi di uno stato di polizia a tutti gli effetti”.

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Fonte / foto: commondreams.org

Dino Buonaiuto (corrispondente dalla Turchia)