Estero
Turchia, riprendono i dibattiti sulle leggi anti-internet, con rivendicazioni di censura
ISTANBUL, 4 FEBBRAIO 2014 – Il parlamento turco ha ripreso la discussione su un disegno di legge omnibus in cui è inclusa anche la disposizione di concedere al presidente della Direzione delle Telecomunicazioni (TIB) l'autorità di sospendere l'accesso alla radiodiffusione, in caso di ricorso per violazione dei diritti sulla privacy. Secondo la stessa disposizione, chiunque sostenga che i propri diritti sono stati violati su internet, può appellarsi direttamente alla corte, e sarà presto stabilita l'”Unione dei provider di internet”. I fornitori dei servizi di web hosting saranno responsabili dei contenuti ritenuti contro legge, e verranno informati di ogni singolo caso.
Il dibattito giunge a seguito di numerose preoccupazioni, acuiti negli ultimi tempi, in particolare a seguito di un'azione del presidente del TIB contro un deputato dell'opposizione. Il presidente del TIB ha invitato il deputato del CHP, Umut Oran, a rimuovere un'interrogazione parlamentare che aveva di recente pubblicato sul suo sito web. La questione riguardava i tabulati telefonici tra il primo ministro Recep Tayyip Erdogan, il figlio Bilal Erdogan, e un certo numero di ministri e uomini d'affari. Nell'interrogazione parlamentare, Oran denunciava la volontà di alcuni membri del governo di voler comprare la testata giornalistica Sabah e la stazione televisiva ATV.
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Una fonte parlamentare, che si è guardata bene dal rimanere anonima, ha dichiarato all'agenzia France-Presse che la legislazione proposta darà la possibilità alle autorità competenti di bloccare le keywords ritenute problematiche, e limiterà l'accesso alle condivisioni dei video che le contengono. La stessa fonte ha aggiunto che le autorità avranno il potere di monitorare gli utenti di internet per una durata di due anni, controllando i siti visitati, le parole chiavi ricercate, e la loro attività sui social network. Il governo, tuttavia, sostiene che il disegno di legge è teso a proteggere le famiglie, i bambini e i giovani, dalle voci su internet che possano spingere alla tossicodipendenza, l'abuso sessuale e il suicidio.
L'opinione pubblica è invece estremamente preoccupata per l'andamento della discussione. Non sono infatti rari i casi di censura su internet, specie negli ultimi tempi. Numerosi sono i siti bloccati in Turchia, e non è una novità che il governo si sia espresso profondamente contrario all'utilizzo di numerosi social network. È ancora fresca la propaganda anti-Twitter, mossa a seguito delle proteste del giugno scorso, e le azioni di controllo e di monitoraggio ad essa seguite.
Foto: hurriyetdailynews.com
Dino Buonaiuto (corrispondente dalla Turchia)