Estero

Turchia: fratello del vice di Erdogan stratega del colpo di stato

ANKARA - Sarebbe il generale turco Mehmet Disli, fratello di Saban Disli, braccio destro di Recep Tayyip Erdogan e vicepresidente del partito Akp, la mente del fallito colpo di stato. Lo riportano diverse testate locali il 18 Luglio. L'uomo è ora in stato di arresto dopo gli avvenimenti della notte tra il 15 e il 16 Luglio, dei quali, secondo le fonti dei media, è lo stratega.

Il conto delle vite umane spezzate durante il colpo di stato, secondo il ministero degli Esteri turco, dovrebbe stabilirsi intorno a 312, di 145 sono civili. Erdogan accusa l'acerrimo nemico Fethullah Gulen, che avrebbe architettato il tutto dal suo esilio negli Stati Uniti. Il governo turco ha esortato gli statunitensi a consegnare Gulen ed ha aperto la pratica per l'estradizione. 

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Le forze governative non accennano a fermarsi, continuando una forsennata ricerca dei colpevoli del golpe, in una azione che ha tutto il sapore delle purghe staliniane. Sono stati licenziati oltre 7000 dipendenti del ministero degli Interni, tra poliziotti, gendarmi e dipendenti del dicastero. Ma le purghe hanno interessato anche altri apparati statali: oltre 1500 dipendenti di ogni grado sono stati sollevati dal loro incarico al ministero delle Finanze. 

Lo stesso governo turco non ritiene che le forze a favore del colpo di stato non si siano completamente esaurite. Alcuni jet sono stati avvistati mentre sorvolavano i cieli della Turchia, anche ad Ankara, come riporta l'ANSA. Secondo l'agenzia Anadolu, i pattugliamenti dei jet sono stati autorizzati dallo stesso Erdogan.

La tensione rimane alta in Turchia. Un uomo in uniforme militare è stato ucciso ad Ankara in uno scontro a fuoco con le autorità davanti al tribunale cittadino. Sono intervenute le forze speciali e i militari con l'uso di carri armati. Al momento degli spari, nel tribunale stavano testimoniando 27 tra generali ed ammiragli coinvolti nelle azioni del colpo di stato. Tra loro anche Akin Ozturk, ritenuto uno dei principali autori del golpe.

È incerto il futuro su Ankara. Il fervore draconiano nella ricerca dei colpevoli, le più o meno vaghe accuse di complotto nei confronti degli Stati Uniti pervenute anche da esponenti del governo turco, gettano una lunghissima ombra sulla Turchia e i suoi rapporti con la comunità internazionale.

Leonardo Cristiano

immagine da: tgcom24.mediaset.it