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Turchia: esplosione in miniera, oltre 200 morti. I cittadini: Erdogan dimettiti
SOMA, (TURCHIA) 15 MAGGIO- “Il più grave disastro della storia del paese”. Così, l’ex presidente del sindacato dei minatori turchi Cetin Uygur, ha definito l’incidente avvenuto due giorni fa in una miniera di carbone a Soma, nella Turchia occidentale. [MORE]Peggiore, continua il ministro, del disastro minerario del 1992 dove persero la vita 263 persone per un’esplosione di gas. Un’esplosione anche questa, scatenata da un guasto a un trasformatore elettrico e susseguita ad un incendio nella notte tra lunedì e martedì, che ha causato la morte di centinaia di lavoratori per inalazione di monossido di carbonio. Il bilancio delle vittime pare in crescente aumento e per ora si calcolano oltre 245 morti e 80 feriti. È da chiarire ancora quante persone siano intrappolate a seicento metri di profondità e per i quali non ci sarebbe più nulla da fare; si stima siano circa un centinaio. In salvo, invece, sono state portate 450 persone.
A fare il bilancio della situazione questa mattina è stato il ministro turco dell’energia e delle risorse naturali Taner Yildiz, che ha dichiarato in una conferenza stampa che sono stati estratti 363 lavoratori nelle prime ore dopo l’esplosione e altri sei sono stati salvati nelle prime ore del 14 maggio. Le fiamme e la presenza di monossido di carbonio, ha aggiunto il ministro, stanno ostacolando le operazione di aiuto. I soccorritori stanno continuando a portare ossigeno alle persone intrappolate perché le maschere antigas dei minatori hanno autonomia limitata.
Sul luogo della strage è arrivato nel pomeriggio anche il primo ministro turco Erdogan, contestato aspramente dai familiari delle vittime, i quali, adirati con lui, gli hanno urlato "Dimettiti!". Tra le varie grida e fischi, la sua auto è stata presa a calci e il premier è stato costretto a rifugiarsi all’interno di un supermercato in attesa che il clima di tensione si placasse. Sta facendo il giro del mondo, intanto, una foto in cui si ritrae il consigliere del primo ministro che, per risposta, picchia uno dei manifestanti che protesta contro i ritardi nei soccorsi in miniera. C'è estrema tensione nella città di Soma da due giorni e le proteste sono arrivate anche nella città di Istanbul, da sempre contro Erdogan.
La sicurezza nelle miniere è ormai da tempo al centro delle polemiche dei cittadini turchi. Nel novembre scorso, infatti, 300 minatori si erano rinchiusi in fondo alla miniera di Zanguldak, nella regione del Mar Nero, per manifestare contro le insufficienti misure di sicurezza.
Arianna Crudele