Estero
Turchia al voto, riflettori puntati su Erdogan
ANKARA (TURCHIA), 7 GIUGNO 2015 - Sono oltre 50 mila gli elettori chiamati in Turchia a rinnovare il proprio Parlamento. Tutti i riflettori sono puntati sulla tenuta del Presidente Erdogan, e conseguentemente del suo partito AKP ( Partito per la Giustizia e lo Sviluppo). L’obiettivo di Erdogan è quello di provare ad ottenere circa i due terzi dei seggi, nonchè la maggioranza assoluta. [MORE]
Obiettivo non semplice, alla luce del fenomeno HDP, il partito filocurdo, sempre più in crescita e che punta almeno al 10% dei seggi: percentuale che impedirebbe ad Erdogan di poter imporre cambiamenti costituzionali legittimati dal voto, nonché un pericoloso presidenzialismo di matrice autoritaria. Non dovesse farcela, per Erdogan ma cosa più importante per la Turchia, si tratterebbe di una svolta clamorosa: il principale partito di maggioranza perderebbe la propria egemonia, detenuta da ormai ben tredici anni.
Scontri e tensioni. Il clima odierno non pare del tutto sereno e si mostra tutt’altro che limpido, anche in conseguenza di possibili brogli e limitazioni circa la libertà e autenticità del voto. A ciò si aggiungono le accuse dell’opposizione nei confronti dello stesso Erdogan, reo di una ossessiva campagna di censura sociale, dal web sino ai media di stampo classico. Preoccupano anche le possibilità di eventuali attacchi nei confronti dell’opposizione, già purtroppo subiti alla vigilia di queste elezioni. Risalgono a due giorni fa le terribili esplosioni (non ancora peraltro rivendicate dagli autori) ad un comizio del leader di HDP, Selahattin Demirtas, le quali hanno causato un bilancio di 4 morti e 350 feriti. L’auspicio è che possano dunque essere evitate altre fattispecie drammatiche. Non è un caso la massiccia presenza delle forze di sicurezza schierate, su scelta del Governo: circa 400 mila uomini collocati a circa 15 metri di distanza dai seggi. Un voto a dir poco blindato ma non poteva essere altrimenti: troppo fresco e amaro il ricordo del vile attentato della giornata di venerdì.
Due modi di vedere il futuro del Paese. La spaccatura turca è, come confermato anche dagli scorsi avvenimenti politici all’interno del Paese, tra coloro che vorrebbero una svolta europeista e maggiormente democratica, e coloro che restano rannicchiati nel nazionalismo, politico e religioso. Se ne saprà di più già a partire dalle 17 (le 16 italiane), ora di chiusura dei seggi.
Cosimo Cataleta
foto da: contattonews.it