Estero
Turchia: mille persone arrestate in blitz contro golpisti
ISTANBUL, 26 APRILE – Continua la repressione post-golpe in Turchia. Fonti vicine alla Polizia di Ankara hanno infatti comunicato che nella scorsa notte oltre mille persone sono state arrestate con l'accusa di essere affiliati alla rete di Fetullah Gulen, il presunto ideatore del tentato colpo di stato del luglio scorso.
Le operazioni sono state effettuate contemporaneamente in 54 province del Paese, ed hanno coinvolto 8500 uomini delle forze dell’ordine. Con la retata di questa notte, sale ad oltre duemila unità il numero delle persone finite in manette negli ultimi giorni in Turchia. Già nella settimana scorsa, infatti, un bollettino del ministero degli interni di Ankara aveva reso noto l’arresto di 1273 sospetti in operazioni antiterrorismo.[MORE]
Non accenna dunque a finire la politica repressiva condotta in risposta al golpe dal primo ministro turco Tayyp Erdogan, iniziata con ondate di arresti tra i vertici dell’esercito e della pubblica amministrazione e proseguita con epurazioni dalle più alte cariche giudiziarie, accademiche e politiche.
Il Consiglio d’Europa, organizzazione internazionale di cui è parte anche la Turchia, e la cui principale attività è la salvaguardia dei diritti fondamentali dell’uomo, ha recentemente deciso di riprendere l’attività di monitoraggio su Ankara in ragione di una “seria preoccupazione” per la democrazia e la tutela dei diritti umani nel Paese.
Tra le motivazioni della decisione, l’abuso della legislazione d’urgenza operato dal governo, ed anche il mancato rispetto degli standard di democrazia nel corso dell’ultima consultazione referendaria, terminata con la vittoria dei favorevoli alla riforma costituzionale, ma oggetto di dure contestazioni e di accuse di brogli. A fare scalpore, in particolar modo, è stata la scelta di considerare valide anche le schede non timbrate.
Non si è fatta attendere la reazione dell’esecutivo di Ankara, il quale ha parlato di decisione dettata dall’islamofobia e dalla xenofobia.
Mai era capitato che l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa decidesse di riaprire un’attività di controllo, che nel caso della Turchia, era stata interrotta con l’inizio delle trattative per l'ingresso nell’ Unione Europea nel 2004. Ingresso che, ora, sembra più lontano che mai.
Paolo Fernandes
Foto: tvmost.info