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Turbolenze (s)comode: in mostra la collezione del Centro Pecci
MILANO, 11 MARZO 2012 - Il Museo Pecci è un inaspettato spazio ex-industriale riqualificato come luogo d’arte, che ricorda le situazioni della scena berlinese.
Niente sembra accomunare i diversi talenti che sono raccolti in questo progetto espositivo. Niente, se non il fatto che tutti in qualche modo rappresentano una freccia lanciata in aria che vuole colpire quegli aspetti della contemporaneità scomodi per gli artisti stessi. [MORE]Artisti che poi, in un certo modo, sono solo la punta dell’iceberg di un malessere più esteso, e se ne fanno voce. Si passa dall’autoritratto di Flatz, in cui l’artista rovescia il paradigma della rappresentazione del dolore, e cerca di mostrarlo al pubblico per ciò che è: lui stesso si mostra “nudo” nella foto, travestito da reduce di guerra.
Si arriva poi a Valie Export, pseudonimo di Waltraud Höllinger, che impone la sua immagine trasponendola su di un pacchetto di sigarette. Un chiaro segnale del disagio di una donna sul finire degli anni sessanta: che posto occupare nella società?
Non si pensi però che il progetto espositivo si limiti a questa cornice contenutistica. Sono presenti infatti progetti eterogenei, come il cubo d’acciaio riconfigurato in forme più dolci di Vik Muniz, o la didascalica serie fotografica del viaggio in Italia del giapponese Nobuyoshi Araki. Arricchiscono la mostra due cortometraggi: “Cosmetic emergency” di Martha Colburn, che indaga la dialettica odierna tra la bellezza e la sua percezione, e “Kids’ Riot” del duo artistico torinese Botto & Bruno.
La mostra ha aperto il 9 marzo, e continuerà fino al 14 aprile.
Orari: da martedì a sabato, ore 15.00-19.00
Museo Pecci Milano,
Ripa di Porta Ticinese 113
Ingresso gratuito
(Foto all'opera Selfportrait: Transfer Identity di Valie Export scattata al Museo Pecci, Milano)
Silvia Gola