Salute

Tumori: 2 molecole 'jolly' efficaci contro più tipi di cancro

Tumori: 2 molecole 'jolly' efficaci contro più tipi di cancro. Metanalisi su 2.420 pazienti, funziona mix farmaci immunoterapia
ROMA, 24 MAR - L'immunoterapia con le due molecole nivolumab e ipilimumab, mirata a risvegliare il sistema immunitario contro il cancro, ha dimostrato una "efficacia agnostica", ovvero su più tipi di tumore indipendentemente dall'organo dove la neoplasia è localizzata. Un risultato che apre concretamente l'era dell'immuno-oncologia di precisione con un approccio 'jolly' per più neoplasie e che arriva da uno studio tutto italiano. 

La metanalisi, coordinata dall'Università La Sapienza di Roma e pubblicata sul Journal of Translational Medicine, ha considerato 7 studi, condotti fra il 2010 e il 2020, su più di 2.420 pazienti colpiti da melanoma, tumore del polmone a piccole cellule e non a piccole cellule, della vescica, gastrico, sarcoma, mesotelioma. 

La combinazione di nivolumab e ipilimumab ha dunque dimostrato un'efficacia agnostica, cioè trasversale e al di là del tipo di cancro. In particolare ha incrementato le risposte del 68% e ha ridotto il rischio di progressione della malattia del 20% e di morte del 13% rispetto alla monoterapia con solo nivolumab. 

Singoli studi hanno inoltre evidenziato che, grazie alla combinazione, è possibile ottenere una sopravvivenza a lungo termine in diversi tipi di tumore particolarmente difficili da trattare in fase avanzata, come quelli del polmone (circa 40.880 nuovi casi stimati in Italia nel 2020), del rene (13.520), il melanoma (14.900) e il mesotelioma (1.900). I risultati della metanalisi sono stati presentati oggi in un media tutorial virtuale promosso da Bristol Myers Squibb. 

Questo approccio, spiega Paolo Marchetti, Direttore Oncologia Medica del Policlinico Umberto I di Roma e prima firma della metanalisi , "rappresenta un primo passo verso l'immuno-oncologia di precisione, superando il modello della medicina basata sulla stratificazione dei pazienti in base a fattori predittivi di risposta. Il modello agnostico consente di ampliare il numero di pazienti che possono trarre vantaggio da una specifica modalità terapeutica. 

È ora necessario che la combinazione sia rimborsata anche in Italia, come in altri Paesi europei, per offrire soprattutto a questi pazienti un'efficace alternativa terapeutica". A questo punto, ha aggiunto, "sarà necessario cambiare completamente la strategia di valutazione del prezzo del farmaco. Porteremo la questione all'attenzione delle istituzioni e di Farmindustria".

Nel caso del tumore al polmone, sottolinea Carmine Pinto, Direttore Oncologia Medica Clinical Cancer Center IRCCS AUSL di Reggio Emilia, "l'ulteriore vantaggio di questo schema terapeutico è rappresentato dall'utilizzo di cicli limitati di chemioterapia. Quest'ultima fa ancora paura, anche se è più 'dolce' rispetto al passato e riusciamo a controllare meglio gli effetti collaterali. Così vengono ridotti sia i tempi che le tossicità della chemioterapia, con notevoli vantaggi psicologici per il paziente". 

Per il tumore del rene, invece, "oggi, grazie alla combinazione di molecole immuno-oncologiche, più della metà dei pazienti è vivo a 4 anni - sottolinea Giuseppe Procopio, Responsabile Oncologia Medica genitourinaria della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano - e sulla base di questi risultati, la combinazione è stata approvata dall'agenzia regolatoria europea a gennaio 2019 nel trattamento in prima linea di pazienti adulti con carcinoma a cellule renali avanzato a rischio intermedio/sfavorevole". 

A maggio 2016, EMA ha inoltre approvato la combinazione di nivolumab più ipilimumab per il trattamento in prima linea del melanoma avanzato, sottolinea Paolo Ascierto, Direttore Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell'Istituto 'Pascale' di Napoli. 

Questa approvazione "è scaturita dai risultati dello studio internazionale di fase III, CheckMate -067, che ha coinvolto 945 pazienti: la combinazione ha mostrato una sopravvivenza a 5 anni del 52%. Un risultato davvero eccezionale, se si considera che, prima dell'introduzione dell'immuno-oncologia, questa percentuale non superava il 5%". 

La pandemia "ha sottolineato l'urgenza di rendere subito disponibili le terapie innovative. Anche il cancro non può aspettare. Stiamo già osservando diagnosi di tumore in fase più avanzata rispetto al periodo pre-Covid, come conseguenza dell'interruzione degli screening e della mancata adesione alle terapie. 

Serve dunque - conclude Marchetti - un cambio di passo anche in Italia nelle procedure di approvazione dei nuovi trattamenti in grado di cambiare le aspettative di sopravvivenza a lungo termine".