Salute
Tumore seno,10mila donne anno candidabili per test genomico
Tumore seno,10mila donne anno candidabili per test genomico. Cognetti, identifica 20% pazienti che trae beneficio da chemio
ROMA, 18 GEN - In Italia sono circa 10mila l'anno le donne con tumore al seno che potrebbero essere candidate ad effettuare un test genomico che permetterebbe di evitare chemioterapie non necessarie. La stima è del presidente della Fondazione Insieme contro il cancro Francesco Cognetti.
Il test, ha spiegato Cognetti in una conferenza stampa organizzata dalla Fondazione per fare il punto su questo tipo di esami e l'attivazione del fondo da 20 milioni di euro destinato alla loro implementazione, "è indicato per le donne con cancro al seno ormonoresponsivo a rischio intermedio. Si tratta di circa il 20% sul totale dei nuovi casi annuali di cancro al seno nel nostro Paese, pari a circa 54mila".
Questi test, sottolinea, "possono evitare chemioterapie inutili ma oggi è in atto una discriminazione inaccettabile tra le pazienti, poichè solo alcune regioni, come Lombardia, Toscana e Provincia autonoma di Bolzano, rimborsano questi esami.
Nelle altre regioni, il test si deve effettuare privatamente ed ha un costo di circa 3mila euro. Dove è prevista la rimborsabilità, invece, le regioni hanno chiuso accordi con le 4 aziende produttrici ad un costo di 2mila euro". Da qui la richiesta di velocizzare i decreti attuativi per l'attivazione del fondo che renderebbe gratuiti i test in tutte le Regioni. Nel mondo, sottolinea Cognetti, "14 studi clinici ne hanno dimostrato la validità su un totale di circa 800mila donne trattate a seguito dei risultati dei test; di queste, il 40% ha potuto evitare la chemio".
Gli studi, rileva, dimostrano che "la maggior parte delle pazienti con tumore al seno in stadio precoce può dunque evitare la chemioterapia. In particolare, un test genomico a 21 geni è in grado di identificare la quota di donne (pari al 20%) che può trarre un reale beneficio dalla chemio e che non sarebbe stata selezionata con i sistemi tradizionali e la percentuale maggioritaria (80%) che, nel complesso, non ottiene beneficio.
Possiamo, quindi, stimare circa quattro trattamenti chemioterapici evitati ogni cinque test genomici eseguiti". Il valore clinico dei test è stato confermato anche studi italiani. Nello studio PONDx, condotto dall'Istituto Regina Elena su 1.738 pazienti, oltre un terzo ha evitato una chemioterapia che, senza test, sarebbe stata praticata.