Di tutto un po'

Tu scendi dalle stelle...

«Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'alberg

Così inizia la storia della vita di Gesù, quella storia che nei secoli verrà raccontata migliaia di volte a bambini ed adulti che resteranno ad ascoltarla sempre come se fosse la prima.

Proprio per celebrare la natività del Bambinello che avrebbe cambiato il volto del mondo, ogni anno durante il periodo natalizio si suole riprodurre tutti i personaggi e i posti della tradizione, dalla grotta alle stelle, dai Re Magi ai pastori, dal bue e l’asinello agli agnelli. Tale rappresentazione può essere sia iconografica che vivente.[MORE]

Il termine presepe o presepio deriva dal latino praesaepe, termine composto da prae ossia innanzi e saepes ossia recinto, con il significato di greppia, mangiatoia.

La tradizione di costruire il presepe è prevalentemente italiana e si fa risalire a San Francesco d'Assisi che nella notte di Natale del 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività da riproporre ai fedeli accorsi per ascoltare la sua parola.

Il presepe è una riproduzione della nascita di Gesù ricca di simboli. Alcuni provengono direttamente dalle descrizioni fatte nel Vangelo di Luca, come la mangiatoia, i pastori in adorazione e gli angeli in cielo. Altri appartengono all’iconografia propria dell’arte sacra, come il velo azzurro di Maria che raffigura il firmamento. Molti altri particolari scenografici traggono, inoltre, ispirazione dai Vangeli apocrifi e da altre tradizioni.  Il bue e l’asinello, invece, dovrebbero la loro presenza nel presepe ad un’antica profezia di Isaia, secondo la quale: «Il bue ha riconosciuto il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone». Anche se tale profezia non fa riferimento alla nascita di Gesù, i due animali furono utilizzati per rappresentare il bue, gli ebrei e l’asino, i pagani.

Anche la stalla o la grotta in cui Maria avrebbe dato alla luce il Messia non compare nei Vangeli canonici. Ma, nonostante nessuno dei quattro evangelisti parli in modo esplicito di questi luoghi, che invece vengono menzionati nei Vangeli apocrifi, a Betlemme la Basilica della Natività sorge intorno a quella che è indicata, dalla tradizione, come la grotta ove nacque Cristo.

La presenza dei Magi è descritta sia nel Vangelo di Matteo che nel Vangelo armeno dell’infanzia. Quest’ultimo, inoltre, fornisce preziose informazioni sul loro nome e sul loro numero che fu definitivamente stabilito in tre da un decreto papale di Leone I, Magno. Melchiorre, Gaspare e Baldassarre recarono al Bambinello tre doni, rappresentati dall’oro, dall’incenso e dalla mirra.

Nell’ambito dei presepi popolari, il più antico e famoso è sicuramente quello napoletano. Non vi sono dubbi, infatti, che i veri maestri del presepe si trovino a Napoli, dove un’intera strada della città, Via San Gregorio Armeno, pittoresca via dei pastori, è sede delle innumerevoli botteghe artigiane dedicate all’arte presepiale.

Tale via rappresenta, infatti, una delle mete predilette dai turisti e dagli stessi napoletani dove tutti vengono sopraffatti da un caleidoscopio di voci, suoni e colori.

È estremamente difficile descrivere a parole le innumerevoli botteghe, i moltissimi negozi e la moltitudine di bancarelle che affollano San Gregorio Armeno. I presepi esposti catturano l’attenzione di grandi e piccini. Nei negozi si può trovare tutto il necessario per costruire o espandere il proprio presepio. Ma oltre alle statuette classiche, frutto del lavoro di famiglie artigiane che si trasmettono questo mestiere da molte generazioni, si possono acquistare anche terrecotte “sui generis” che rappresentano i personaggi più in vista del momento.

La via dei presepi può essere visitata durante tutto l’anno. Le botteghe rimangono sempre aperte e quando la ressa non affolla la strada è possibile ammirare gli artigiani al lavoro e osservare meglio le loro bellissime opere d’arte.

Mia S. Aaron