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Trump e la Nato: “Abbattere i jet russi per difendere i cieli europei”

Redazione
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Trump e la Nato: “Abbattere i jet russi per difendere i cieli europei”
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Tra dichiarazioni forti e diplomazia prudente, il dibattito sull’escalation con Mosca divide l’Alleanza

Le tensioni tra Nato e Russia si riaccendono dopo le ultime dichiarazioni di Donald Trump, che a New York, al termine di un incontro con Volodymyr Zelensky, ha affermato che i Paesi alleati dovrebbero “abbattere i jet russi” qualora violassero lo spazio aereo europeo. Una presa di posizione dura, che arriva in un momento di crescente incertezza con incursioni di droni in Polonia, voli sospetti nei cieli di Estonia e segnalazioni non ancora attribuite a Copenaghen.

Le parole di Trump: sostegno all’Ucraina e attacco a Mosca

Secondo l’ex presidente americano, Kiev può riconquistare i territori occupati grazie al supporto dell’Unione Europea e della Nato. Trump ha sottolineato che la Russia, dopo oltre tre anni di conflitto, “combatte senza meta, come una tigre di carta”, incapace di dimostrare la forza di una vera potenza militare.

Ha inoltre attaccato Vladimir Putin, sostenendo che Mosca si trovi in seria difficoltà economica e che sia arrivato il momento per l’Ucraina di agire con decisione. Gli Stati Uniti – ha assicurato – continueranno a fornire armi alla Nato, lasciando poi all’Alleanza la responsabilità di utilizzarle come riterrà opportuno.

La risposta della Nato: fermezza ma cautela

A Bruxelles, però, il tono è stato più misurato. Il Consiglio Atlantico ha ribadito che l’Alleanza è pronta a difendersi con tutti gli strumenti, militari e non, per scoraggiare ogni minaccia. Tuttavia, il segretario generale Mark Rutte ha chiarito che ogni decisione di abbattere un jet russo verrà presa sulla base di un’analisi del rischio e in modo proporzionato, evitando reazioni impulsive che possano alimentare l’escalation.

Un esempio è il recente episodio in Estonia: pur sotto il diretto controllo Nato, i caccia russi non sono stati abbattuti perché non considerati una minaccia immediata. Una scelta che rispecchia la linea americana di usare un linguaggio forte ma senza azioni unilaterali, per non offrire a Putin pretesti di propaganda interna.

I rischi di un’escalation e il ruolo dell’articolo 5

Il dibattito resta acceso anche sul tema dell’articolo 5 del Trattato Atlantico, che non scatta automaticamente ma richiede un processo politico condiviso. L’esperienza del 2015, quando la Turchia abbatté un jet russo senza ottenere la piena copertura Nato, resta un precedente significativo.

Intanto, le capitali europee – da Londra a Varsavia, fino a Praga – hanno avvertito Mosca che reagiranno ad eventuali violazioni del proprio spazio aereo. Parallelamente, fonti Nato parlano di cyberattacchi costanti contro le infrastrutture occidentali, segno che la battaglia si gioca anche sul terreno digitale.

Conclusione

Il confronto tra la retorica aggressiva di Trump e la prudenza diplomatica di Bruxelles mette in luce le diverse sensibilità all’interno della Nato. Se da un lato c’è chi invoca azioni immediate contro Mosca, dall’altro prevale la strategia della calma e della proporzionalità, per evitare un conflitto diretto che avrebbe conseguenze imprevedibili.


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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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