Truffa da 22 milioni di Euro: è scontro tra la Puglia e Ferrovie Sud Est
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BARI, 28 OTTOBRE 2014 - Una maxi-tangete sarebbe dietro all'"affare" che ha portato all'acquisto di un treno usato dalla Germania per 900mila Euro.
Fin qui, tutto bene se non fosse che lo stesso treno sarebbe stato acquistato e, dopo un anno di deposito, inviato in Polonia per una totale rimessa a nuovo per un conto totale a spese della Regione Puglia di 22 milioni di Euro. Ora le indagini sono affidate alla Guardia di Finanza, che sta accertando i reati di truffa e abuso d'ufficio per ora ancora contro ignoti.[MORE]
Il treno più caro del mondo è in Puglia
Così è stata ribattezzata la truffa dagli organi di stampa. Le indagini sono partite nel 2009: l'Agenzia delle Entrate scopre che Ferrovie del Sud Est avevano acquistato il treno da due società tedesche per poco più di 900mila Euro, rivendendo lo stesso treno senza alcuna modifica a una società polacca.
Questa volta, però, il prezzo di listino sarebbe stato gonfiato fino a 7 milioni di Euro a carico della Regione Puglia. La società polacca ristruttura il treno e rimanda un conto ancora più salato a Ferrovie del Sud Est: 22 milioni di Euro, che vengono pagati come se nulla fosse. Qui scattano le indagini per truffa.
Proseguendo nelle indagini, gli inquirenti sospettano anche che la società polacca sia stata creata ad hoc per ottenere l'appalto di questo treno extra-lusso: la società sarebbe infatti riconducibile a un imprenditore italiano, ora indagato.
A un secondo acquisto di treni per Ferrovie del Sud Est (affare di quasi 50 milioni di Euro), Ferrovie si rivolge a una seconda società polacca (che risulterebbe in regola dalle indagini), ma si avvale comunque della valutazione della prima società polacca (quella del restauro di 22 milioni di Euro), pagando a quest'ultima con una sostanziosa percentuale sull'affare.
Ora, le indagini proseguono in Regione, per capire come siano stati stornati i fondi e quali altri soggetti sarebbero implicati nella vicenda. La notizia è in fase di aggiornamento.
(Foto lagone.it)
Annarita Faggioni