Cronaca

Trivellazioni nel Mediterraneo: movimento "No Triv", scoppia la rivolta bipartisan

La notizia di ieri dell’inizio di 5 nuove trivellazioni da parte della BP, in pieno mediterraneo, a pochi passi dalle coste siciliane, ha destato la protesta bipartisan di schieramenti politici e ambientalisti.
Nasce a Scicli, in provincia di Ragusa, il movimento "No triv". E nasce per iniziativa dei sindaci di Scicli, Giovanni Venticinque, quello di Noto, Corrado Valvo, entrambi del Pdl. Presente alla raccolta di firme - cui hanno aderito migliaia di cittadini - anche il vice presidente della Commissione antimafia Fabio Granata.[MORE]
"La manifestazione di oggi - ha detto Granata - è una presa di coscienza della nostra identità culturale. Siamo contro l’anarchia delle installazione in ogni dove di pale eoliche, e di pannelli fotovoltaici, e siamo contro le speculazioni delle compagnie petrolifere che ignorano la storia e la cultura del nostro territorio".
Ma i no triv ovviamente non sono solo del Pdl: all’iniziativa hanno aderito esponenti degli enti locali e delle forze politiche di vari schieramenti, oltre a decine di associazioni. Dure parole di condanna sono state espresse contro la possibilita’ che siano avviate nuove perforazioni al largo di Pantelleria da parte della Bp
Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd annunciando un'interrogazione parlamentare ai ministeri degli Esteri, dello Sviluppo Economico e dell'Ambiente, afferma:“L'annuncio da parte della BP di aprire una esplorazione petrolifera al largo del Golfo della Sirte in Libia ''e' una notizia che desta grande preoccupazione. Il governo italiano deve intervenire con urgenza e promuovere, a livello internazionale, la richiesta di una moratoria per lo stop a nuove trivellazioni nel Mediterraneo''. Riferendosi alle trivellazioni aggiunge ''e' particolarmente critica perché si dovrebbe effettuare a grandi profondità e questo è un elemento di ulteriore insicurezza in caso di incidente. Se quello che sta accadendo in Messico accadesse nel Mediterraneo, un mare chiuso e con un ricambio lentissimo, sarebbe una sciagura senza eguali. Il nostro paese, per la posizione geografica e politica che ha nel bacino del Mediterraneo, ha il dovere di essere capofila in un'azione internazionale di tutela dei nostri mari e fare pressione presso il governo libico per fermare questa nuova trivellazione''.
Il presidente onorario del Wwf Italia Fulco Pratesi , dalla sede del Giffoni Film Festival, esprime la sua contestazione:
''Assurdo: il Mediterraneo non è un mare qualsiasi; pur rappresentando solo l'1% della superficie dei mari del mondo, presenta un concentrato di biodiversità, di ambienti e di paesaggi introvabile altrove''. ''La minaccia che incombe su questo gioiello non solo naturalistico - osserva ancora Pratesi -, con la previsione di trivellazioni petrolifere nel Golfo della Sirte a ben 1700 metri di profondità (superiore a quelli del Golfo del Messico), potrebbe rappresentare un colpo gravissimo alle numerosissime specie. Molte delle quali uniche al mondo, come la posidonia, una pianta marina che solo in Mediterraneo vegeta, il corallo rosso, la foca monaca, il gabbiano corso, una sottospecie endemica di balenottera, e, dal punto di vista della loro riproduzione, alcune specie di tartarughe marine. Ci preoccupa moltissimo - sottolinea il presidente Wwf - la mancanza a oggi di regole e norme, trattati internazionali e convenzioni globali che mettano al riparo questo piccolo e prezioso mare dalle minacce petrolifere che stanno assassinando le coste meridionali degli Usa. E anche la saggia decisione del nostro governo di impedire queste perforazioni a meno di 10 miglia dal litorale non basta a tranquillizzarci. Le precauzioni già adottate in Norvegia per le piattaforme nel Mare del Nord e la moratoria imposta dal presidente Obama alle trivellazioni marine possono rappresentare un primo passo. Ma per il Mediterraneo, un mare chiuso su cui si affacciano centinaia di milioni di abitanti, di pescatori e di turisti, - conclude - occorre molto di piu'''.