Cultura e Spettacolo
Trilogia della città di K
Trilogia della città di K è il grande capolavoro della scrittrice ungherese Agota Kristof.
Composto da Il grande quaderno, La prova e La terza menzogna, il libro parte con la storia di due fratelli gemelli abbandonati dalla propria madre ad una nonna rigida e severa che, però, può garantire loro la sopravvivenza in tempo di guerra. I bambini non troveranno affetto e comprensione, bensì si scontreranno con l’alterigia dell’anziana. Ma la loro spiccata intelligenza li porterà a crearsi un loro posto, dei loro giochi fatti da allenamenti contro dolore e fame, riuscendo a trarre un profitto da tutto.
Questa è la trama de Il grande quaderno; nelle successive parti ci saranno vari stravolgimenti per giungere ad un finale inaspettato, dove nulla è quello che sembra.
Considerato uno dei migliori libri degli ultimi decenni, Trilogia della città di K non può non essere letto da chi non vuole perdersi i veri casi letterari, quelli che segneranno la storia.
Interessante è anche il cambio stilistico tra una sezione e l’altra. Partendo come un diario scritto dai due fratelli, il linguaggio è deciso, semplice. Vi è una descrizione cruda, a volte orribile, della realtà, che nel contempo viene osservata da lenti innocenti e smaliziati.
Crescendo i protagonisti cambia la narrazione. Da frasi brevi e capitoli corti si arriva a proposizioni più complesse e capitoli più fitti.
Ma il lessico rimane comunque semplice, dovuto anche al fatto che la scrittrice scrive in francese (lingua non d’origine) e quindi ha qualche limite lessicale.
Ciò non toglie la grandiosità dell’opera e la bravura dell’autrice nel descrivere un “non luogo” e il fenomeno dell'erranza (tipico in molti personaggi della Kristof). Bravura anche di palesare un’inquietudine esistenziale che penetrerà nell’animo del lettore per accompagnarlo anche dopo aver finito il libro.
"Sono convinto, Lucas, che ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e per nient'altro. Un libro geniale o un libro mediocre, non importa, ma colui che non scriverà niente è un essere perduto, non ha fatto altro che passare sulla terra senza lasciare traccia."[MORE]